Da oggi l'Italia ha i suoi Principi di valutazione
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Da oggi l'Italia ha i suoi Principi di valutazione

LI HA PUBBLICATI L'OIV, ORGANISMO ITALIANO DI VALUTAZIONE, ED ENTRERANNO IN VIGORE NEL 2016. UN PASSO FONDAMENTALE VERSO UNA MAGGIORE QUALITA' E TRASPARENZA DEI MERCATI

Dopo tre anni di lavoro e di consultazioni, oggi l’Organismo italiano di valutazione (Oiv) ha pubblicato i Principi italiani di valutazione (Piv), disponibili per lettura nel sito www.fondazioneoiv.it e in volume per i tipi di Egea (Oiv, Piv, Principi italiani di valutazione 2015, 392 pagine, 50 euro).
 
Con l’emanazione dei principi nazionali che definiscono i vincoli che i professionisti sono tenuti a rispettare nella valutazione di aziende, strumenti finanziari, immobili, impianti, macchinari, marchi, brevetti ecc., l’Italia si allinea ai paesi più avanzati, quali Usa, Germania, Canada, Giappone, Cina, Hong Kong e Singapore.
 
Altri paesi, tra cui Francia e Regno Unito, fanno uso dei soli principi internazionali (Ivs, International valuation standards), il cui livello di dettaglio è però piuttosto basso. I principi italiani di valutazione, oltre a coordinarsi con quelli internazionali, approfondiscono le valutazioni legali prescritte dal codice civile e hanno perciò una maggiore capacità di vincolare l’operato dell’esperto.
 
“I principi di valutazione sono uno dei pilastri del buon funzionamento dell’economia reale e del mercato finanziario”, afferma il presidente dell’Oiv, Luigi Guatri. “La loro funzione è accrescere la fiducia degli utilizzatori finali delle valutazioni, che non sono necessariamente i committenti”.
 
“L’esperienza dei paesi che hanno emanato principi nazionali”, chiarisce il vicepresidente, Piergaetano Marchetti, “insegna che, con la loro introduzione, l’affidabilità delle valutazioni aumenta drasticamente, perché si riduce la dispersione dei possibili risultati delle valutazioni”.
 
A differenza che negli Stati Uniti, dove i principi di valutazione sono stati emanati su pressione delle autorità di vigilanza e del governo all’indomani della crisi delle casse di risparmio degli anni ’80, in Italia si è seguito un processo bottom-up, stimolato dalle quattro associazioni di professionisti (Aiaf, Associazione italiana degli analisti finanziari; Andaf, Associazione nazionale dei direttori amministrativi e finanziari; Assirevi, Associazione italiana dei revisori contabili; Cndcec, Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili) e dalle due istituzioni sensibili al bene pubblico rappresentato dalla fiducia nei confronti delle valutazioni (Università Bocconi e Borsa italiana), che hanno dato vita all’Oiv.
 
I Piv pubblicati oggi entreranno in vigore l’1 gennaio 2016, per lasciare il tempo agli esperti di valutazione di analizzare i principi e adeguare i loro processi. Pur non essendovi cogenza di legge, da quella data chi utilizzerà i Piv in una valutazione sarà tenuto a dichiararlo, consentendo così una più agevole attività di controllo, e il loro mancato utilizzo dovrà essere, in qualche modo, giustificato di fronte alla comunità professionale di riferimento.

di Fabio Todesco
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