I governi locali contro il cambiamento climatico

NELLE AREE URBANE VIVE IL 50% DELLA POPOLAZIONE MONDIALE ED ESSE SONO RESPONSABILI DEL 70% DELLE EMISSIONI. COP21 HA RICONOSCIUTO IL LORO RUOLO NELLA LOTTA AL RISCALDAMENTO GLOBALE, AFFERMA EDOARDO CROCI

Uno dei risultati di COP21 è il riconoscimento del ruolo dei governi subnazionali (città, province, regioni) nella lotta al cambiamento climatico, spiega Edoardo Croci nel primo video di #EnergyLink, il videoblog dello IEFE, l’istituto di economia e politica dell’energia e dell’ambiente dell’Università Bocconi.
 
L’impegno delle città non è però cosa nuova. In Europa esiste un Covenant of Mayors che riunisce 6.700 comuni e province che si sono impegnati, prima, a una riduzione volontaria delle emissioni del 20% entro il 2020 e, poi, addirittura a una riduzione del 40% entro il 2030.
 
Lo scorso settembre, a New York, è stato definito un Sustainable Development Goal specificamente dedicato alle città, mentre il prossimo maggio, ad Amsterdam, verrà definita un’Agenda urbana europea.
 
Gli ambiti sui quali le città possono agire sono il riscaldamento, i trasporti, la definizione e sviluppo dello spazio urbano, la raccolta dei rifiuti e il funzionamento delle utility. Le città sono però anche le vittime degli effetti del cambiamento climatico e necessitano, dunque, di politiche di adattamento.
 
Se, da un lato, nelle città vive il 50% della popolazione globale, esse sono responsabili del 70% delle emissioni. Il riconoscimento del loro ruolo è un passo importante per guidare i governi locali in attività che legano mitigazione, adattamento e ambiente.
 

di Fabio Todesco