In un mercato del lavoro che funziona lo status di regolare abbatte i tassi di criminalita' degli immigrati

IL PAPER CHE E' VALSO L'AEJ: APPLIED ECONOMICS BEST PAPER AWARD 2016 A PAOLO PINOTTI E AL COAUTORE GIOVANNI MASTROBUONI ESAMINA I CAMBIAMENTI NEL COMPORTAMENTO CRIMINALE DEGLI IMMIGRATI CHE HANNO ACQUISITO LO STATUS DI REGOLARI A SEGUITO DELL'ALLARGAMENTO DELL'UNIONE EUROPEA

Uno studio sull’attività criminale degli immigrati clandestini e regolari è valso a Paolo Pinotti (Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico) e al coautore Giovanni Mastrobuoni  (University of Essex) l’AEJ: Applied Economics Best Paper Award 2016.
 
In Legal Status and the Criminal Activity of Immigrants (in American Economic Journal: Applied Economics, 7(2): 175-206, doi: 10.1257/app.20140039) Pinotti e Mastrobuoni concludono che, in un mercato del lavoro ben funzionante, la propensione degli immigrati a commettere reati dipende in modo decisivo dal loro status di clandestini o regolari, con lo status di regolari che porta a una riduzione del 60% della recidività.
 
Gli autori sfruttano la combinazione di due eventi. Nell’agosto 2006, in Italia, un indulto portò al rilascio di 22.000 detenuti, compresi quasi 10.000 stranieri. Cinque mesi dopo, l’1 gennaio 2007, rumeni e bulgari acquisirono lo status regolare a seguito dell’allargamento dell’Unione Europea. Pinotti e Mastrobuoni confrontano la recidività di questo gruppo con quella degli immigrati da paesi candidati a entrare nell’Unione (Albania, Montenegro, Turchia, Bosnia Erzegovina, Croazia, Islanda, Kosovo e Serbia).
 
Nei cinque mesi tra l’indulto e l’allargamento, i due gruppi mostrano lo stesso tasso di recidività – intorno al 5,8%. Nei cinque mesi dopo l’allargamento, però, la recidività di rumeni e bulgari diminuisce al 2,3%, mentre non si osserva alcun cambiamento per l’altro gruppo. Dunque l’accesso a opportunità legittime di reddito nei mercati ufficiali sembra diminuire la propensione a commettere reati.
 
“Dal punto di vista di policy”, dice Pinotti, “il risultato può essere letto in due modi. Da una parte, i nostri numeri suggeriscono che le conseguenze delle politiche migratorie dipendono in modo cruciale dal fatto che siano fatte rispettare. Qualunque sia la quota di immigranti stabilita, questa dovrebbe essere fatta rispettare per prevenire la formazione di sacche di immigrazione clandestina. D’altra parte, si potrebbe anche argomentare che le quote dovrebbero essere abbastanza generose da evitare incentivi a entrare clandestinamente in un paese”.
 
La caduta del tasso di recidività è forte, ma non è omogeneamente distribuita tra le regioni italiane. “Al Sud, dove esiste un più ampio settore informale e il mercato formale del lavoro è meno efficiente, l’effetto è molto ridotto, perché trovare un impiego regolare rimane difficile anche dopo l’acquisizione dello status di regolare”.
 
Gli AEJ Best Paper Award sono assegnati ogni anno al miglior articolo pubblicato su ciascuno dei quattro American Economic Journals

di Fabio Todesco