Come oscilla l'affluenza alle urne e perche' lo fa
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Come oscilla l'affluenza alle urne e perche' lo fa

PER CAPIRLO E' OPPORTUNO STUDIARE IL RAPPORTO FRA LA DISTRIBUZIONE DEI VOTI E LA DISTRIBUZIONE COMPLESSIVA DEL POTERE, SPIEGANO IN UN PAPER MASSIMO MORELLI, SALVATORE NUNNARI E HELIOS HERRERA

L’affluenza al secondo turno delle elezioni amministrative del giugno 2017 è stata del 46%, con punte minime del 38% e massime del 65%. Qual è la ragione di tale varianza? In elezioni di tipo maggioritario, essa dipende quasi interamente dal grado di competitività percepito ex ante dagli elettori. L’incentivo a votare è ovviamente maggiore quando il secondo turno è percepito come estremamente incerto.

Questo tipo di varianza è invece molto minore nel caso di elezioni in sistemi proporzionali. Massimo Morelli, Salvatore Nunnari ed Helios Herrera hanno affrontato l’argomento nel paper teorico Turnout Across Democracies. A differenza di altri studi che attribuiscono diversi livelli di partecipazione ai sistemi elettorali o a fattori morali, gli autori prendono in considerazione il contesto istituzionale. Il punto di partenza è che gli elettori sono incentivati a partecipare quando percepiscono razionalmente una relazione fra il loro voto e le politiche messe in atto. «Studiare la partecipazione mettendo in relazione la distribuzione dei voti con la sola distribuzione dei seggi è limitante», spiega Morelli. «È più opportuno studiare il rapporto fra la distribuzione dei voti e la distribuzione complessiva del potere, che non riguarda solo i seggi parlamentari, ma anche le presidenze delle commissioni o le cariche attribuite dal Parlamento. Un elettore è incentivato a recarsi alle urne e votare per un partito di minoranza se pensa che quella minoranza avrà comunque modo di incidere sul policymaking».

Un sistema elettorale che assicura maggiore proporzionalità non è necessariamente più incentivante. La distribuzione del potere interagisce, infatti, con il grado di competizione della tornata elettorale. In caso di votazioni combattute, la partecipazione in un sistema maggioritario può essere più alta rispetto al proporzionale. «Quando invece le aspettative su chi vincerà una competizione elettorale sono chiare, un sistema maggioritario o comunque meno proporzionale dà pochi incentivi a votare, meno di un sistema proporzionale di divisione del potere».

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di Claudio Todesco
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