Corporate heritage: un vantaggio competitivo per le imprese
SCIENZE POLITICHE |

Corporate heritage: un vantaggio competitivo per le imprese

UNO STUDIO DI ELISABETTA MERLO E MARIO PERUGINI ATTRIBUISCE UN VALORE SIGNIFICATIVO ALL'EREDITA' UNICA E NON IMITABILE CHE OGNI IMPRESA RICEVE DAL PROPRIO PASSATO

La conoscenza della storia della propria impresa e la sua valorizzazione rappresentano un vantaggio competitivo? In un’epoca in cui l’imprenditore è spesso descritto come innovatore e disrupter, un progetto ideato da Elisabetta Merlo e Mario Perugini del Dipartimento di scienze sociali e politiche della Bocconi mette in luce l’importanza della corporate heritage, ovvero dell’eredità unica e non imitabile che ogni impresa riceve dal suo passato e che può essere valorizzata attraverso archivi storici aperti al pubblico, musei, fondazioni, volumi giubilari, campagne che puntano al revival di prodotti e marchi storici com’è avvenuto nel caso della Fiat 500. Realizzato in collaborazione con l’Osservatorio Aub (AIDAF, UniCredit e Bocconi), il progetto ha portato alla costruzione di un database che include informazioni sugli investimenti in corporate heritage di 862 imprese italiane con almeno 50 milioni di fatturato nel periodo compreso fra il 2000 e il 2016.

«Uno degli obiettivi del progetto», spiega Perugini, «è la comprensione dei driver degli investimenti in corporate heritage, in relazione a proprietà e governo delle imprese». I ricercatori si sono per esempio chiesti se le imprese famigliari sono più propense a investire nella conservazione della storia dell’impresa, come suggerisce la letteratura qualitativa. «I primi risultati», spiega Merlo, «ci dicono che l’investimento in heritage è una leva strategica valorizzata più dai manager esterni che dai membri della famiglia fondatrice». Un altro dato inaspettato riguarda le performance aziendali. La leva della storia sembra essere più frequentemente usata dalle imprese che hanno ottenuto risultati economici mediocri nei cinque anni precedenti. In altre parole, l’investimento in corporate heritage non sarebbe un lusso alla portata di imprese famigliari in salute, ma uno strumento per recuperare margini competitivi. «Una delle novità del progetto», conclude Merlo, «è la definizione di un indice da utilizzare per indagare il rapporto tra investimento in valorizzazione della storia e altre variabili fra cui, oltre a proprietà e governance, il tipo di attività, se B2B o B2C, la performance dell’impresa, la proprietà italiana o straniera».

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di Claudio Todesco
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