L'allargamento a Est ha cambiato il volto dell'Unione
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L'allargamento a Est ha cambiato il volto dell'Unione

IMPORTANTI MODIFICHE DEI TRATTATI SONO STATE INTRODOTTE PER SCONGIURARE LA REGRESSIONE ANTIDEMOCRATICA DEI PAESI DELL'EST. MA NON SEMPRE HANNO FUNZIONATO, DICE ELEANOR SPAVENTA

La prospettiva di allargamento dell’Unione Europea a est, dopo il crollo del Muro di Berlino, ha dato luogo a importanti modifiche istituzionali. Si è ripensato al ruolo geopolitico dell’Unione, che si è dotata di competenze (seppure minime) in politica estera. Gli stati membri hanno cercato di individuare il modo migliore per scongiurare la regressione delle giovani democrazie dell’ex blocco sovietico a uno stato pre-democratico. Nei criteri per l’adesione sono stati perciò inclusi la protezione dei diritti fondamentali e il rispetto della democrazia e dello stato di diritto.
Si è inoltre stabilito, quale compito del Consiglio europeo, l’individuazione di un chiaro rischio di violazione di questi valori. In caso di violazione persistente, sono state previste sanzioni non meglio specificate.
«Trent’anni dopo, queste procedure sono risultate poco efficaci nel trattare i casi di deriva verso modelli non democratici, ad esempio in Ungheria e Polonia», spiega Eleanor Spaventa, professore ordinario presso il Dipartimento di studi giuridici. «La prima procedura richiede una maggioranza di quattro quinti dei paesi e può essere bloccata piuttosto facilmente. La seconda necessita addirittura dell’unanimità. Ai governi, inoltre, non piace ingerire negli affari interni di altri paesi. Non si vuole fare apparire che i provvedimenti adottati siano pensati per singoli stati, né si vogliono colpire i cittadini di quei paesi, alimentando la narrativa anti-europea».

La Commissione europea sta proponendo un regolamento, votato da una maggioranza più bassa, che prevede che i fondi europei possano essere sospesi nei confronti dei paesi in cui vi sia una violazione sistemica dello stato di diritto. La Commissione ha anche suggerito che i fondi europei siano attribuiti solo ai partiti i cui componenti rispettino i valori di democrazia, stato di diritto e rispetto dei diritti fondamentali che sono alla base dell’Ue.
«Anche questi provvedimenti sono destinati a incontrare critiche e resistenze. L’allargamento a est ha presentato grandi opportunità per l’Unione, sia in termini economici che geo-politici. Eppure questa success story è minata dalle derive anti-democratiche di alcuni paesi. L’Unione europea, per il momento, si trova incapace di reagire sia legalmente, sia politicamente. È da vedere se troverà il modo di arginare questi fenomeni e di contribuire al rinforzo di giovani democrazie».

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di Claudio Todesco
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