MARKETING |

Street art e dialogo: cosi' nasce un luogo pubblico

LUCA VISCONTI, STEFANIA BORGHINI E DUE CO-AUTORI SVILUPPANO UN MODELLO DIALOGICO DEL CONSUMO DI BENI PUBBLICI ANALIZZANDO L'INTERAZIONE TRA ARTISTI E RESIDENTI RIGUARDO L'USO DEGLI SPAZI PUBBLICI

La street art può aiutarci a capire i beni pubblici. In Street Art, Sweet Art? Reclaiming the “Public” in Public Place (in fase di pubblicazione sul Journal of Consumer Research) Luca Visconti e Stefania Borghini, con i co-autori John Sherry (Mendoza College of Business, University of Notre Dame) e Laurel Anderson (Carey School of Business, Arizona State University) esplorano il modo in cui consumatori attivi negoziano i significati del consumo di un bene pubblico particolare – lo spazio pubblico – trasformandolo così in un luogo, cioè spazio consumato.

In un’indagine sul consumo dei luoghi pubblici mediato dalla street art svolta in più luoghi, più anni e più nazioni, i quattro ricercatori dei consumi hanno condotto un ampio lavoro etnografico in 18 città di sei nazioni, intervistato 20 artisti e 60 consumatori, analizzato siti web e pubblicazioni, costruendo un dataset che comprende 640 pagine di trascrizioni, 58 pagine di blog, 450 foto e 15 ore di video.

Nella loro definizione sovra-economica, un bene pubblico è un bene su cui una collettività di cittadini si attribuisce un diritto condiviso di proprietà, mentre la street art consiste nel lasciare in un luogo pubblico un segno che “stimola i residenti a stabilire una relazione critica con un luogo della città sottratto allo spazio”. Tagging (la ripetizione sui muri pubblici di nickname o espressioni di ribellione), writing (la scrittura in caratteri stilizzati come esercizio estetico collegato alla necessità di auto-affermazione in una comunità di pari), sticking (appiccicare disegni e simboli in luoghi pubblici), stencil (replicare la stessa forma o simbolo in molteplici luoghi), assalto poetico (scrivere poesia in squallidi spazi pubblici) e urban design (una pratica estetica esercitata in ragione dell’abbellimento di un’architettura pubblica) sono le forme di street art considerate da Visconti e i suoi colleghi.

Il modello interpretativo sviluppato nel paper identifica due modalità di identificazione dello spazio pubblico: individualistica, ovvero l’accondiscendenza all’appropriazione privata dello spazio pubblico, e collettivistica, ovvero il riconoscimento della condivisione dello spazio pubblico nell’interesse comune. Nel primo caso gli artisti e i residenti agiscono come agenti separati che reclamano un diritto personale sullo spazio pubblico o fanno uso di questi spazi secondo le regole di mercato; nel secondo mirano a difendere la proprietà collettiva dello spazio pubblico e si sforzano di restituirlo a un consumo significativo.

L’incrocio delle posizioni degli artisti e dei residenti rivela quattro ideologie. Abbiamo appropriazione privata di spazio pubblico quando i residenti considerano i muri proprietà privata e gli artisti li vogliono usare per trarne un vantaggio personale; resistenza dei residenti all’alienazione dello spazio pubblico quando i residenti vivono gli spazi come proprietà collettiva e gli artisti come una propria tela; rivendicazione artistica della democrazia di strada se i residenti si oppongono alla collettivizzazione degli spazi pubblici e gli artisti la supportano; costruzione congiunta di un luogo pubblico quando residenti e artisti condividono la visione dello spazio come proprietà collettiva.

I ricercatori notano che quando anche una sola delle parti ha una concezione individualistica dello spazio pubblico il confronto si fa conflittuale (dialettico), mentre la difesa di posizioni collettivistiche da parte di entrambi stimola dialoghi fruttuosi e conduce a una ricreazione dialogica degli spazi pubblici.

“Dimostriamo che conversazioni positive e negative tra artisti e residenti aiutano a superare la logica dell’interesse privato e stimolano forme di cooperazione e senso di appartenenza, particolarmente in contesti in cui sussistono competitività di mercato e mancanza di fiducia, come accade nelle città contemporanee”, scrivono gli autori, e inoltre, “crediamo che il nostro modello interpretativo possa essere adattato per comprendere il consumo di altri beni pubblici oltre allo spazio/luogo”, anche se ogni bene pubblico rivela caratteri idiosincratici che rendono necessario un adattamento critico del modello.



di Fabio Todesco Bocconi Knowledge newsletter

News

  • I fornitori di cure a lungo termine per gli anziani devono evolversi

    Presentato il 6 Rapporto Osservatorio Long Term Care promosso dal Cergas con Essity  

  • Postdoc Bocconi invitato a una conferenza di alto profilo

    Gianluigi Riva fara' parte di un gruppo di giovani scienziati che parteciperanno nel corso dell'anno a un incontro con alcuni premi Nobel  

Seminari

  Aprile 2024  
Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          

Seminari

  • Markus Arnold (University of Bern)

    MARKUS ARNOLD - University of Bern

    5-b3-sr01, 5th floor, Roentgen building

  • Alireza Aghaee Shahrbabaki, Bocconi: The flattening demand curve

    ALIREZA AGHAEE SHAHRBABAKI - Università Bocconi

    Common Room, 2nd floor - Finance Department, sector D3