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Cosi' i leader positivi fanno crescere il benessere in azienda

, di Claudio Todesco
Riconoscimento delle qualita' dei collaboratori e delle loro potenzialita' tra le qualita' del moderno manager, come spiega uno studio di Gabriella Bagnato

A bordo di un aereo, in caso di depressurizzazione della cabina, gli adulti devono indossare la maschera d'ossigeno prima di metterla ai bambini con cui viaggiano. Qualcosa di simile dovrebbe avvenire in azienda. Costantemente sotto la luce dei riflettori, valutati su risultati di cui non sono i soli responsabili, costretti al multitasking e di conseguenza sottoposti a un rischio malessere molto elevato, i leader devono prima di tutto prendersi in carico il proprio benessere e poi preoccuparsi di quello degli altri. Ne patiscono altrimenti in primis la possibilità di generare relazioni collaborative, la capacità d'analisi e la lucidità necessaria per prendere decisioni in grado di generare risultati in modo sostenibile (vantaggiose nel medio-lungo termine). Il benessere è al centro del concetto di leadership positiva, uno stile che, in organizzazioni destrutturate come quelle odierne, risulta più efficace della leadership tradizionale basata su stili prescrittivi guidati dalla logica command-and-control. Gabriella Bagnato, docente senior di SDA Bocconi, sta indagando con Laura Baruffaldi e Vincenzo Perrone le dinamiche della leadership positiva per rafforzare l'evidenza empirica sulla sua validità e smentire alcuni preconcetti che la circondano.

Stanno raccogliendo dati derivanti da due diversi questionari somministrati a distanza di alcuni mesi a coppie di manager d'azienda e loro collaboratori. «La leadership che genera benessere e quindi valore economico è quella che promuove la collaborazione, costruisce relazioni di fiducia e rispetto reciproco riconoscendo il valore dei collaboratori e delle loro potenzialità», spiega Bagnato. Il leader crea benessere quando intercetta le competenze e aiuta nell'acquisirne di nuove, un aspetto cruciale in un mondo in cui le aziende non sono più in grado di assicurare ai dipendenti percorsi di carriera al proprio interno. Contano anche le capacità comunicative: i leader devono essere in grado di dare un senso alla richiesta di sforzi supplementari che sempre più spesso vengono richiesti ai lavoratori. «La leadership positiva può generare quella che si definisce devianza positiva: i collaboratori superano le aspettative generando valore che va oltre la mera execution, producendo idee, innovazione, collaborazione e un clima positivo diffuso nell'organizzazione».

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