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Ricerca Management

Una risonanza magnetica del cervello dei manager

, di Peter Snoeren
Uno studio di Zollo, LaureiroMartinez, Brusoni e Canessa analizza le basi neurologiche del comportamento intensivo o estensivo dei manager. E rivela che ottiene risultati migliori chi osa esplorare

In uno studio che collega la ricerca di management strategico e le neuroscienze, Maurizio Zollo (Dipartimento di Management e Crios Bocconi), Daniella Laureiro-Martinez, Stefano Brusoni (entrambi ETH Zurich), e Nicola Canessa (Università Vita e Salute San Raffaele) hanno osservato l'attività cerebrale di alcuni manager nell'atto di prendere decisioni. Ne è emerso che gli individui che scelgono un atteggiamento intensivo (crescita dell'efficienza lungo traiettorie date) mostrano schemi di attività cerebrale associati alla ricerca di ricompense, mentre quelli che decidono di assumere un atteggiamento esplorativo (atteggiamento estensivo) mostrano schemi legati al controllo dell'attenzione. Inoltre, gli individui con una maggiore attivazione delle aree cerebrali di controllo dell'attenzione ottengono una miglior performance decisionale.

Gli autori hanno sottoposto a risonanza magnetica il cervello di 63 partecipanti con almeno quattro anni di esperienza manageriale, mentre essi svolgevano un semplice esercizio. In questo esercizio i manager dovevano ripetutamente scegliere di giocare con una qualsiasi slot machine tra le quattro messe a loro disposizione, così che potevano decidere di insistere con la slot machine già familiare o di passare a un'altra, con la quale non avevano ancora confidenza. I risultati dello studio sono riportati nell'articolo Understanding the Exploration-Exploitation Dilemma: An fMRI Study of Attention Control and Decision Making Performance (in anteprima online in Strategic Management Journal, doi: 10.1002/smj.2221).

Gli autori illustrano alcuni risultati e ne danno una spiegazione teorica. Da una parte, l'atteggiamento intensivo è collegato all'ottimizzazione rispetto alle necessità correnti. Di conseguenza, le persone con questa inclinazione adotteranno con ogni probabilità comportamenti che aiutino a valutare il risultato di ciò che stanno facendo e cercheranno di rifinire i propri comportamenti in base a tale valutazione. E infatti gli autori rilevano che gli individui che decidono di agire intensivamente mostrano una forte attività nelle aree del cervello legate alla ricompensa. D'altra parte, esplorare significa fare cose nuove e perciò più rischiose. Gli individui vi si dedicano probabilmente perché non sono soddisfatti della propria performance attuale e perciò l'attenzione si focalizza su attività alternative. In linea con tutto ciò, gli autori rilevano che quando gli individui decidono di esplorare vengono attivate le aree cerebrali dedicate al controllo dell'attenzione.

Infine, gli autori valutano anche la performance dei due gruppi. La letteratura suggerisce che i manager esplorano meno di quanto dovrebbero, a causa di alcune distorsioni cognitive, e dunque i manager che esplorano dovrebbero ottenere risultati migliori. A conferma di ciò, i risultati mostrano che gli individui con una più forte attivazione delle aree cerebrali di controllo dell'attenzione ottengono performance migliori.

Un contributo importante degli autori è che i processi intensivi ed estensivi sono cognitivamente diversi. Ma lo studio ha anche implicazioni per i manager. I processi neurologici peggiorano con l'età, lo stress e la mancanza di sonno, e tuttavia chi prende decisioni nelle organizzazioni è spesso anziano e costretto ad agire in condizioni di stress e di mancanza di sonno. I manager dovrebbero tenere conto del fatto che, in queste condizioni, possono facilmente prendere decisioni miopi e potrebbero valutare se rimandare la decisione da prendere. Inoltre i decision maker potrebbero trovare interessanti anche i recenti progressi nella formazione tesa a migliorare i processi cognitivi legati al controllo dell'attenzione.

I risultati del programma di ricerca tuttora in corso su neuroscienze e management da parte di ricercatori di Crios, ETH e San Raffaele, saranno presentati alla Bocconi il 20 giugno alla conferenza A Neuro-Science Perspective on Innovation and Sustainability.