Alimentata dalle importazioni anche la bolla finanziaria Usa
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Alimentata dalle importazioni anche la bolla finanziaria Usa

L'IMPATTO DELLA GLOBALIZZAZIONE SULL'EVENTO CHE HA SCATENATO LA RECESSIONE E' INDAGATO DA UNO STUDIO DI JULIEN SAUVAGNAT

La globalizzazione ha contribuito ad alimentare la bolla del credito che ha portato alla Grande Recessione. È uno dei temi di Import Competition and Household Debt, paper di Julien Sauvagnat, assistant professor al Dipartimento di finanza, con Jean-Noël Barrot, Erik Loualiche e Matthew Plosser. Lo studio mette in relazione la letteratura sugli effetti di delocalizzazione provocati del commercio internazionale, in particolare dalla Cina in direzione degli Stati Uniti, e la letteratura sull’aumento del debito delle famiglie negli anni precedenti la Grande Recessione, dal 2000 al 2007.

“Grazie a precedenti ricerche, sappiamo che la concorrenza cinese ha avuto un effetto negativo sui mercati del lavoro locali. Abbiamo dimostrato che i lavoratori americani che hanno perso il posto di lavoro si sono indebitati per mantenere livelli di consumo costanti. E questo può spiegare almeno una parte dell’incremento del debito delle famiglie nel periodo precedente la crisi”. Per verificare l’ipotesi secondo cui la crisi dell’industria locale causata dalle importazioni ha alimentato la domanda di credito, sono stati analizzati dati a livello individuale relativi al debito contratto e al default sui mutui nelle 3.000 contee degli Stati Uniti. I costi di spedizione a livello industriale per ogni settore economico sono stati utilizzati per cogliere l’esposizione locale alla concorrenza estera.

Risultato: negli anni precedenti la crisi, gli effetti peggiori sul debito delle famiglie si sono verificati nelle contee con industrie più esposte alla concorrenza delle importazioni provenienti dalla Cina. “Tale esposizione spiega il 30% della differenza tra contee nell’incremento del debito delle famiglie fra il 2000 e il 2007. Gran parte dell’effetto è provocato dal debito con la casa come garanzia. Ora vorremmo trovare i dati sulle aspettative degli individui per verificare se lo shock è stato percepito come transitorio o permanente”.


Per approfondire:

Andrea Colli. Chi vince e chi perde al gioco, per niente nuovo, della globalizzazione
Ha origine a Pechino il malessere dell'Europa. Uno studio di Italo Colantone e Piero Stanig
Il senso di paura non basta a spiegare i nuovi populismi. Uno studio di Massimo Morelli
Quando la concorrenza cinese mette a repentaglio la salute. Uno studio di Jèrome Adda



di Claudio Todesco
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