La textual analysis evidenzia le diverse strategie usate per abbellire i bilanci
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La textual analysis evidenzia le diverse strategie usate per abbellire i bilanci

ANCHE LE AZIENDE RESPONSABILI, CHE UTILIZZANO L'INTEGRATED REPORTING (IR), CERCANO DI DISTOGLIERE L'ATTENZIONE DALLE LORO DEBOLEZZE, SECONDO UNO STUDIO DI CAGLIO, MELLONI E PEREGO. MA NON BUTTIAMO VIA IL BAMBINO CON L'ACQUA SPORCA: L'IR E' UNA BUONA IDEA

In caso di performance non ottimali, le aziende cedono alla tentazione di manipolare la loro reportistica, adottando strategie volte a offuscare le cattive performance e ad enfatizzare quelle buone. Questo è vero anche per le aziende che partecipano all’International Integrated Reporting Council Pilot Programme e che adottano l’Integrated Reporting (IR), un tentativo all'avanguardia di collegare le performance finanziarie e non finanziarie di un’azienda in un unico documento, secondo un articolo di Ariela Caglio (Dipartimento di Accounting), Gaia Melloni (University of East Anglia) e Paolo Perego (RSM Erasmus University), pubblicato dal Journal of Accounting and Public Policy. Tali strategie di divulgazione dipendono non solo dal livello di performance delle imprese, come suggerito da studi precedenti sull'informativa narrativa, ma anche dal tipo di performance (finanziaria o non finanziaria) che i manager vorrebbero celare.
 

 
Le imprese presentano da anni, accanto ai bilanci di esercizio, i bilanci di sostenibilità o CSR, relazioni che comprendono le dimensioni ambientali, sociali e di governance dell'attività e delle performance di un'impresa. Questo fa parte di un movimento verso la voluntary disclosure che, secondo i critici, ha aumentato la quantità di informazioni disponibili, ma non necessariamente la loro qualità.
 
L’IR ha lo scopo di fornire la storia della creazione di valore di un'organizzazione e di stimolare le imprese a utilizzare il pensiero integrato per riflettere sulla generazione di valore nel breve, medio e lungo termine attraverso una vasta gamma di fattori finanziari e umani, intellettuali, ambientali, sociali e relazionali. L'adozione dell’IR dovrebbe inoltre superare una serie di problemi presentati dai tradizionali rapporti di sostenibilità o CSR, come la mancata contabilizzazione di tutte le fonti di creazione di valore, le complesse interconnessioni tra sostenibilità e performance finanziaria e la comunicazione del modello di business di un'azienda.
 
In assenza di standard, l'International Integrated Reporting Council (IIRC), l'autorità globale per l’IR, ha introdotto nel 2013 un International Framework, raccomandando che l’IR sia conciso - cioè relativamente breve e leggibile - completo ed equilibrato, cioè senza pregiudizi nella selezione o presentazione delle informazioni.
 
Attraverso l'analisi testuale di 148 report di aziende di tutto il mondo che hanno partecipato all’IIRC Pilot Program a partire dal 2013, Caglio e i suoi coautori hanno osservato che le aziende faticano a scrivere report che seguano le linee guida. I report risultano lunghi (184 pagine in media), piuttosto nebbiosi, non completi (comprendono la metà delle informazioni non finanziarie ideali) ed eccessivamente ottimistici (non equilibrati).
 
In particolare, le imprese con risultati finanziari più deboli pubblicano relazioni integrate più lunghe, meno leggibili e più ottimistiche delle altre. È interessante notare che sono anche più complete in termini di informazioni sulle performance non finanziarie, segnalando una probabile strategia di disclosure finalizzata a riorientare l'attenzione dai numeri ad aspetti più soft delle loro performance.
 
In presenza di performance sociale debole, le relazioni sono più nebbiose (meno leggibili) e meno complete. Ciò suggerisce che le imprese con cattive prestazioni non finanziarie adottano strategie basate sulla manipolazione della facilità di lettura e sulla manipolazione dei contenuti tematici, in particolare concentrandosi su argomenti di "messa a punto" ambientale e su temi sociali e di governance.
 
Anche la qualità dell’lIR risulta, quindi, problematica e il management può essere indotto a distorcere l’IR attraverso strategie di offuscamento, sfruttando diverse combinazioni di manipolazione della quantità e dei contenuti tematici (influenzando, cioè, la quantità della divulgazione) e di facilità di lettura e manipolazione del tono verbale (modellando, cioè, lo stile di divulgazione).
 
“Poiché l’IR è un’idea relativamente nuova", dice Caglio, "riteniamo che sia necessario del tempo per raggiungere il suo pieno potenziale. L'implementazione dell’IR può essere considerata un processo di apprendimento di vasta portata per le aziende e ci aspettiamo che la qualità della divulgazione migliori nel prossimo futuro. La qualità dell’IR apporterà, idealmente, diversi benefici alle imprese, sia in termini di miglioramento del dialogo con i mercati dei capitali, sia in termini di miglioramento delle decisioni interne grazie a nuove informazioni non finanziarie e a nuovi indicatori chiave di performance. Su questo aspetto abbiamo evidenze preliminari molto promettenti”.

Gaia Melloni (Norwich Business School), Ariela Caglio (Bocconi University), Paolo Perego (RSM Erasmus University), Saying more with less? Disclosure conciseness, completeness and balance in Integrated Reports, in Journal of Accounting and Public Policy, Vol. 36, Issue 3, May-June 2017, pages 220-238, doi: 10.1016/j.jaccpubpol.2017.03.001
 

di Fabio Todesco
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