Cosi' il palinsesto dei telegiornali influenza la scelta in cabina
PERCOCO E GRAZIANO ANALIZZANO LE REAZIONI ALLA SCELTA DELLE NOTIZIE. ALL'AUMENTARE DI QUELLE SULLA CRIMINALITA', AUMENTA LA PROBABILITA' DI VOTARE CENTRODESTRALa letteratura dedicata all’effetto dei mass media sull’orientamento al voto ha investigato raramente i canali attraverso i quali tale influenza viene esercitata. Lo hanno fatto Paolo R. Graziano e Marco Percoco. In Agenda setting and the political economy of fear: How crime news influences voters’ beliefs hanno studiato il rapporto fra esposizione a notiziari televisivi e percezione della rilevanza del crimine, nonché l’effetto di tale esposizione sul voto. I due autori hanno preso in considerazione le elezioni politiche italiane del 2001 e del 2006, quando il centrodestra proponeva un programma fortemente incentrato sulla lotta alla criminalità. «Siamo partiti da un’osservazione empirica», spiega Percoco.
«Mentre il numero di delitti diminuiva, la percezione della loro rilevanza cresceva. Ci siamo chiesti: questa paura può essere usata come leva in una competizione politica?». Per rispondere, gli autori hanno utilizzato i dati dell’Osservatorio di Pavia relativi alla presenza nei tg di notizie di cronaca nera e le survey dell’Istituto Carlo Cattaneo, scoprendo che la geografia della paura non corrisponde alla geografia del crimine. «Con il crescere dei minuti dedicati dai telegiornali alle notizie di nera, cresce la rilevanza che l’elettore attribuisce alla criminalità, indipendentemente dal numero di crimini commessi nella zona in cui vive. Questo fenomeno si ripercuote sulle scelte di voto, in una maggiore probabilità di votare per il centrodestra». In particolare, un picco di ore di trasmissioni sul crimine nei due mesi precedenti il voto ha spinto a votare a destra anche elettori di centrosinistra.
«Oggi», conclude Percoco, «sarebbe interessante verificare se la percezione della rilevanza dei fenomeni dell’immigrazione e della globalizzazione è basata sull’osservazione della realtà o è fomentata da tv e social media».
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