P come pericolo! I suoni veicolano emozioni
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P come pericolo! I suoni veicolano emozioni

UN'ANALISI DI 37.000 PAROLE IN CINQUE LINGUE, CONDOTTA DA ZACHARY ESTES DELLA BOCCONI E COLLEGHI, MOSTRA CHE I SUONI DI UNA PAROLA, SPECIALMENTE QUELLI AL SUO INIZIO (AD ESEMPIO, IL SUONO 'K' IN 'CANE'), POSSONO SEGNALARE EMOZIONI AL DI LA' DEL MERO SIGNIFICATO DELLA PAROLA

I singoli suoni - fonemi - sono statisticamente associati ad emozioni negative o positive in diverse lingue, secondo una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Cognition da Zachary Estes della Bocconi, dal suo collega di Warwick, James Adelman, e dalla studentessa della Bocconi, Martina Cossu. Queste associazioni ci aiutano ad evitare rapidamente i pericoli, perché le associazioni fonema-emozione sono più forti all'inizio della parola e i fonemi che si pronunciano più velocemente tendono ad avere un'associazione negativa.
 
È noto da tempo che i fonemi trasmettono sistematicamente una serie di proprietà fisiche, quali la dimensione e la forma. Ad esempio, in inglese, il suono «e» in «beetle» (maggiolino) suona piccolo, mentre il suono «u» in «Hummer» suona grande. Questo fenomeno è noto come simbolismo sonoro.
 
Data l'importanza evolutiva di evitare pericoli e ottenere ricompense, Estes e colleghi hanno ipotizzato che, come la dimensione e la forma, anche l'emozione dovrebbe avere solide associazioni simboliche. Hanno testato questa previsione in cinque lingue - inglese, spagnolo, olandese, tedesco e polacco - e in tutte e cinque le lingue fonemi particolari sono effettivamente più frequenti in parole positive o negative.
 
Estes e colleghi hanno anche testato se questo simbolismo sonoro emotivo possa essere un adattamento per la sopravvivenza. Per favorire la sopravvivenza, la comunicazione delle opportunità e soprattutto dei pericoli deve essere rapida. I ricercatori hanno testato questa ipotesi in due modi.
 
In primo luogo, hanno dimostrato che in tutte e cinque le lingue le associazioni fonemiche sono più forti all'inizio delle parole che al centro o alla fine. Questo permette di capire l'emozione in fretta, anche prima che l'intera parola sia pronunciata.
 
In secondo luogo, hanno esaminato la prontezza con cui possono essere pronunciati specifici fonemi. Estes e colleghi hanno scoperto che i fonemi che possono essere pronunciati prima sono più comuni in parole negative. Questo permette di capire i pericoli più velocemente delle opportunità e aiuta la sopravvivenza, perché evitare i pericoli è più urgente che ottenere ricompense. Per esempio, essere troppo lento per evitare un serpente può essere fatale, ma se sei troppo lento per prendere un uccello, probabilmente avrai altre possibilità.
 
Estes e i suoi colleghi sostengono che il simbolismo sonoro emotivo si è evoluto grazie al suo valore adattivo per l'uomo: ha reso più efficiente la comunicazione sui pericoli e le opportunità e ha consentito una reazione più rapida, sostenendo così l’adattamento e la sopravvivenza della specie umana.
 
Il primo autore, James Adelman, ha detto: «Nei dibattiti sul fatto che le abilità del linguaggio umano si siano evolute a partire da abilità cognitive più generali o da adattamenti comunicativi più specifici, questi risultati rivelano un adattamento specifico. I nostri risultati suggeriscono che la capacità di distinguere suoni molto brevi avrebbe aiutato gli esseri umani a mettere in guardia in modo efficiente parenti e amici, aiutando la sopravvivenza».
 
Zachary Estes ha aggiunto: «Abbiamo anche iniziato a testare le applicazioni nel mondo degli affari, perché i fonemi emotivi offrono alle aziende l'opportunità di informare i consumatori sui loro prodotti. Per esempio, un'azienda farmaceutica potrebbe voler usare suoni positivi per un farmaco che promuove benefici per la salute come una vitamina, ma potrebbe voler usare suoni negativi per un farmaco che previene danni per la salute come un farmaco anti-malarico».

Nell'immagine sopra, Basta blablabla di Fabrizio Dusi

di Fabio Todesco
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