Roger O'Keefe, il diritto internazionale visto dall'Australia
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Roger O'Keefe, il diritto internazionale visto dall'Australia

LO STUDIOSO E' APPENA DIVENTATO FULL PROFESSOR DEL DIPARTIMENTO DI STUDI GIURIDICI. SI OCCUPA DI DIRITTO PENALE E TUTELA DEI BENI CULTURALI E HA COORDINATO LA STESURA DEL MANUALE UNESCO PER I MILITARI SCHIERATI IN AREE CULTURALMENTE RICCHE

Seneca ha scritto che ogni uomo è cittadino di due stati. Il primo è quello che riunisce dei e umani, il secondo è quello al quale ci iscrive la condizione del nascere. Roger O’Keefe conosce alla perfezione questo passaggio del De otio. Studioso di diritto internazionale che ha pubblicato su argomenti che vanno dal diritto penale alla tutela dei beni culturali, O’Keefe ama esplorare i punti di contatto e le tensioni fra il globale e il locale, l’universale e il particolare. Fresco acquisto del Dipartimento di Studi Giuridici della Bocconi in qualità di Full Professor di Diritto internazionale, proviene dalla University College London, ma è nato e cresciuto in Australia. «La mia famiglia proviene dalla parte sbagliata della legge», racconta. «Gli antenati di mio padre, irlandesi, furono trasferiti in Australia come prigionieri. Mio padre è diventato giudice. La predestinazione non esiste».
 
Agli studenti australiani di giurisprudenza è richiesta una formazione universitaria supplementare. Roger O’Keefe, nato a Sydney nel 1968, non ha scelto Economia come la maggior parte dei colleghi, ma Storia e Italiano. «Durante l’estate si viaggiava in Europa con la famiglia. Adoravo l’Italia e volevo imparare la vostra lingua, una scelta non strumentale che si è rivelata inaspettatamente utile». Il giovane O’Keefe era interessato a quella che definisce la mentalità legale e che considera una forma di gioco che si svolge in un quadro di regole e di libertà. «Poi, al quarto anno, scoprii il diritto internazionale, su cui in Australia c’è molta enfasi. Sentiamo di essere – per usare le parole colorite di uno dei nostri primi ministri – at the arse end of the world. Siamo convinti che tutti la sappiano più lunga di noi e perciò cerchiamo di restare al passo col resto del mondo».
 
Non che all’inizio O’Keefe pensasse di intraprendere la carriera accademica. Lavorava in uno studio legale quando una segretaria, in quel momento libera da impegni, lo pregò di assegnarle un compito. O’Keefe le diede da trascrivere un suo saggio destinato a essere pubblicato da un’importante rivista britannica di diritto. «Forse questa cosa mi riesce bene, pensai». Si è poi trasferito in Inghilterra per il master e il dottorato in diritto internazionale a Cambridge, dove ha insegnato per «quindici meravigliosi anni».
 
Nel 2014 è passato alla UCL. In un discorso inaugurale ancora disponibile su YouTube, ha narrato le vicende di Dionisio Hans Georg Hans-Georg Salamander. È la storia di un accademico che mescola diritto, storia, filosofia e fantasy, con un arguto senso dell’umorismo. «Mi piace esibirmi», ammette. «Mio zio Johnny O’Keefe era l’Elvis australiano, una rockstar della vecchia scuola che è apparso anche al fianco di Little Richard. Uno dei miei fratelli è un personaggio televisivo». A un certo punto, Salamander afferma che il diritto internazionale è una conversazione. «È un processo che coinvolge Stati, tribunali, accademici. È ciò che lo rende affascinante».
 
I progetti di ricerca di O’Keefe sono ispirati dall’interesse per i punti di contatto fra locale e globale, nazionale e internazionale, un argomento che comporta domande politiche complicate che hanno a che fare, ad esempio, con il diritto del Tribunale penale internazionale di obbligare gli Stati ad agire illegalmente nei confronti di altri Stati. Un altro filone di ricerca riguarda il diritto internazionale del patrimonio culturale: quale diritto può esercitare uno Stato su reperti che hanno un valore per la comunità globale? E quale interesse ha quest’ultima a proteggerli? «Di recente, ho guidato il team internazionale che ha assemblato per l’Unesco un manuale militare destinato ai soldati schierati in aree culturalmente ricche, come il Mali».
 
A Milano, Roger O’Keefe insegnerà Diritto delle organizzazioni internazionali e farà ricerca sul ruolo delle città nel diritto internazionale. «Oramai i comuni hanno i propri uffici ‘diplomatici’ che si occupano di questioni che vanno dal cambiamento climatico ai diritti umani, eppure il diritto internazionale è ancora incardinato sul concetto di Stato». O’Keefe si dice attratto da quel che chiama spirito imprenditoriale della Bocconi. «Dopo aver trascorso 15 anni in un’istituzione che ha 9 secoli di storia alle spalle e che si muove lentamente, trovo estremamente interessante il processo di internazionalizzazione in atto in Bocconi. Non vedo l’ora di contribuire, con i colleghi, a dare notorietà internazionale al Dipartimento di studi giuridici».
 
Roger O’Keefe fa parte del comitato di redazione di diverse riviste scientifiche, ha collaborato con istituzioni britanniche ed europee, ha contribuito alla Biblioteca audiovisiva di diritto internazionale delle Nazioni Unite. «Fa tutto parte di quella grande conversazione che è il diritto internazionale», dice. Appassionato di nuoto, ha già scoperto i Bagni Misteriosi di Milano. «Andar per piscine è un ottimo modo per conoscere una città».
 
 
Per saperne di più
 
The Protection of Cultural Property in Armed Conflict (Cambridge University Press, 2006)
 
International Criminal Law (Oxford University Press, 2015)
 
Universal Jurisdiction: Clarifying the Basic Concept, in Journal of International Criminal Justice, Vol. 2, Issue 3, pp. 735-760, 2004.
 
The Doctrine of Incorporation Revisited, in British Year Book of International Law, Volume 79, Issue 1, pp 7–85, 2009.
 
Curriculum vitae: A Prequel, Current Legal Problems, Volume 69, Issue 1, pp. 1–27, 2017.

di Claudio Todesco
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