Il falso mito del Piano Marshall e dei suoi effetti sulla crescita
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Il falso mito del Piano Marshall e dei suoi effetti sulla crescita

FURONO SOPRATTUTTO LE RISORSE INTERNE, SPIEGA TAMAS VONYO IN UN PAPER, A CONSENTIRE LA RIPRESA ECONOMICA DELLA GERMANIA NEL SECONDO DOPOGUERRA

Quando le forze militari tedesche firmarono la resa, nel maggio 1945, non un ponte sul Reno era intatto. Il sistema dei trasporti era al tracollo, gran parte delle città distrutte, l’economia tedesca sembrava ridotta in macerie. Eppure la Germania occidentale ha vissuto nei successivi 25 anni una crescita economica che gli osservatori dell’epoca hanno attribuito alle riforme di stampo liberale del 1948 e all’intervento del Piano Marshall. La storia economica quantitativa ha smentito questa lettura. Il paper The Economic Consequences of the War: West Germany’s Growth Miracle after 1945 (Cambridge University Press) sintetizza il lavoro decennale sull’argomento svolto da Tamás Vonyó (Bocconi). «L’industria manifatturiera», spiega, «era sopravvissuta al conflitto intatta e vide la sua capacità produttiva espandersi». Dopo il 1945, milioni di rifugiati etnici tedeschi sopravvissuti furono espulsi dall’Europa centrale e orientale e andarono a incrementare la forza lavoro. L’economia della Germania occidentale era perciò ricca più che mai di capitale fisico e umano.

La modesta produzione industriale nel dopoguerra va attribuita alla scarsa produttività e non all’inadeguatezza delle risorse. Grazie ai dati raccolti, relativi alla produzione economica e alla popolazione, Vonyó ha dimostrato che il paradosso della bassa produttività è spiegato dalla dislocazione geografica e dagli squilibri strutturali causati da bombardamenti e dalla divisione del paese nell’immediato dopoguerra. L’eliminazione di questi colli di bottiglia ha poi alimentato la crescita economica. A dispetto della retorica pro-mercato, la Germania occidentale del dopoguerra era uno stato interventista incapace però di favorire la crescita. «Il suo principale contributo al miracolo economico consiste nella ricostruzione del patrimonio abitativo urbano e nel reinsediamento dei rifugiati nelle zone industriali del paese. Il Piano Marshall ha prodotto risultati pressoché insignificanti giacché gli investimenti furono destinati a settori in declino. Il miracolo tedesco dimostra che quantificare la storia consente di modificare radicalmente le idee nate all’epoca dei fatti e basate sull’osservazione».

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di Claudio Todesco
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