L'influenza degli altri nella scelta dell'universita'
SCIENZE POLITICHE |

L'influenza degli altri nella scelta dell'universita'

I MASCHI SCELGONO FACOLTA' SCIENTIFICHE, LE FEMMINE QUELLE LETTERARIE. UNA RICERCA DI MASSIMO ANELLI E GIOVANNI PERI SPIEGA PERCHE'

Il 30% della discriminazione salariale di genere fra i lavoratori laureati è imputabile alla scelta degli studi universitari. I maschi tendono a preferire corsi di laurea scientifici, le femmine optano per facoltà umanistiche a più basso rendimento economico. Alcuni ricercatori hanno indagato le determinanti di queste scelte nel tentativo di individuare un modo per controbilanciarle. Studi di laboratorio di economia comportamentale hanno mostrato, ad esempio, che le donne soffrono la competizione con gli uomini. Ecco perché, dopo avere sperimentato tale competizione nelle classi delle superiori, si tengono lontane dalle facoltà scientifiche a prevalenza maschile. Una politica a costo zero di composizione delle classi interamente femminili e maschili potrebbe perciò contribuire ad attenuare la discriminazione salariale. Massimo Anelli della Bocconi ha testato questa teoria con Giovanni Peri su un dataset che traccia la storia, dal liceo al mondo del lavoro, di 30.000 studenti milanesi diplomati fra il 1985 e il 2005. “Abbiamo scoperto che la scelta dell’università da parte delle studentesse non dipende dalla composizione di genere delle classi”, spiega Anelli. “Al contrario, i maschi che frequentano classi di scuola superiore composte per l’80% o più da persone del loro stesso sesso hanno tra il 6% e il 15% di probabilità in più di scegliere una facoltà scientifica a prevalenza maschile”.

La spiegazione sta nella modalità con cui ragazze e ragazzi formano le proprie reti sociali. Le prime creano legami forti con poche compagne, indipendentemente dal numero di altre ragazze presenti in classe; i secondi tendono ad allargare il proprio network sociale che finisce per condizionarli nella scelta della facoltà. “Attenzione, però: l’influenza della rete sociale spinge i ragazzi ad iscriversi a facoltà di cui non sono all’altezza. Finiscono per laurearsi con voti bassi, andare fuori corso, abbandonare gli studi. Non solo: la maggiore probabilità di scegliere facoltà scientifiche non ha effetti significativi sul reddito degli individui di sesso maschile che hanno studiato in classi con oltre l’80% di coetanei del loro stesso sesso. Segregare le classi per genere sarebbe inefficace e persino dannoso”.

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di Claudio Todesco
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