A Paolo Pinotti un ERC Grant per studiare la criminalita'

IL PROGETTO, FINANZIATO CON 1,8 MILIONI DI EURO, STUDIERA' FENOMENI CRIMINALI IN ITALIA, PAESI BASSI E STATI UNITI ATTRAVERSO STRUMENTI QUANTITATIVI E METODOLOGIA ECONOMICA

Paolo Pinotti, titolare dell’Endowed Associate Professorship in Economic Analysis of Crime della Bocconi, finanziata da un donatore individuale che ha scelto di rimanere anonimo, si è aggiudicato un ERC Consolidator Grant, ovvero un finanziamento di circa 1,8 milioni di euro assegnato dall’European Research Council, per il progetto di ricerca CLEAN (Clean Evidence on Dirty Deeds). Con questo progetto di durata quinquennale Pinotti prosegue la sua linea di studio di fenomeni criminali complessi e legati alla criminalità organizzata attraverso strumenti quantitativi e metodologie mutuate dall’economia.
 
Il progetto finanziato dall’ERC è costituito da quattro attività, che utilizzano microdati molto accurati.
 
La prima attività analizza dati sull’infiltrazione negli appalti pubblici per lavori stradali in Italia, messi a disposizione (in forma anonimizzata) dai servizi di intelligence e vuole stabilire quali meccanismi di appalto siano più efficaci, bilanciando i vantaggi in termini di efficienza delle procedure discrezionali con gli svantaggi in termini di opportunismo dei politici che vogliano favorire qualcuno. La ricerca sarà condotta con Francesco Decarolis, Avvocato Giovanni Agnelli Associate Professor in Economics alla Bocconi, e Ray Fisman e Silvia Vannutelli della Boston University.
 
Segue una logica simile il secondo progetto, che sfrutta i cambiamenti approvati nel 1999 a un programma di finanziamento delle imprese nelle regioni italiane economicamente disagiate (legge 488 del 1992), che corrispondono in larga parte a quelle con la più ampia presenza di associazioni criminali. I finanziamenti, finalizzati alla creazione di nuovi posti di lavoro, sono stati assegnati per due anni seguendo esclusivamente criteri oggettivi. Per gli anni successivi, fu aggiunto il criterio delle priorità regionali, stabilite dai politici locali. «Sarà interessante osservare se il criterio addizionale abbia migliorato o peggiorato i risultati della legge. Se abbia, cioè, prevalso l’effetto positivo della conoscenza delle priorità locali da parte dei politici o quello negativo della tentazione di comportamenti opportunistici, per favorire soggetti collusi».
 
Con il terzo progetto ci si sposta all’estero, nei Paesi Bassi, per studiare le relazioni tra i gruppi della criminalità organizzata locale e quelli stranieri, grazie all’esistenza di un dataset molto dettagliato. Alla ricerca parteciperanno anche Olivier Marie (Erasmus School of Economics di Rotterdam)e Jerome Adda, economista e prorettore alla ricerca della Bocconi.
 
L’ultimo studio, dal carattere storico e svolto in collaborazione con un altro economista della Bocconi, Massimo Anelli, e con Marco Tabellini dell’Harvard Business School, riguarda gli effetti della domanda e offerta di skill criminali nello sviluppo della mafia in alcune città degli Stati Uniti a partire dal Proibizionismo degli anni ’20. «La messa fuori legge degli alcolici ha creato la domanda di persone in grado di gestire traffici illeciti, mentre l’emigrazione negli Stati Uniti di numerosi affiliati alla mafia siciliana, negli anni in cui l’attività repressiva del regime fascista è stata più aggressiva, ha creato l’offerta. Valuteremo se le organizzazioni mafiose si siano sviluppate più velocemente nelle città interessate da questo tipo di immigrazione e la persistenza di questi effetti su outcome economici e civili, come la diffusione della corruzione».

di Fabio Todesco