Non e' solo il lockdown a tenerci a casa
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Non e' solo il lockdown a tenerci a casa

DUE STUDENTI DI BIENNIO BOCCONI, IN TEAM CON DUE DOTTORANDI DI OXFORD, HANNO PUBBLICATO UN PAPER IN DUE PRESTIGIOSE RACCOLTE. OSSERVANDO I DATI SULLA MOBILITA' OTTENUTI DAI DISPOSITIVI MOBILI, HANNO SCOPERTO CHE LE PERSONE NEGLI STATI UNITI COMINCIANO A DISTANZIARSI PRIMA DEGLI INTERVENTI DELLE AUTORITA' NELLE CONTEE CON ALTO LIVELLO DI ISTRUZIONE, ALTA FIDUCIA NELLA SCIENZA E ALTO REDDITO

Valentin Kecht e Guido Deiana sono due studenti del secondo anno del MSc in Economics and Social Sciences. A metà marzo, mentre le politiche di isolamento stavano influenzando la vita di miliardi di persone in tutto il mondo, Kecht e Deiana hanno iniziato a indagare sulla loro efficacia. Hanno collaborato con due dottorandi di Oxford e hanno scritto un articolo che è stato pubblicato come INET Oxford Working Paper e nella serie CEPR COVID Economics.
 
Utilizzando i dati di 40 milioni di dispositivi mobili negli Stati Uniti, hanno scoperto che i provvedimenti di lockdown a livello statale e di contea in risposta alla pandemia COVID-19 possono aumentare il tempo medio trascorso a casa fino al 39%, ovvero 4,7 ore al giorno, e aumentare la percentuale di persone che rimangono a casa dell'8%. Ancora più interessante è il fatto che gli individui attuano pratiche di allontanamento sociale anche in assenza di provvedimenti di lockdown, a mano a mano che il virus si diffonde nella loro zona.
 
“L'adozione di misure di distanziamento volontario varia a seconda dello status socio-economico delle persone”, dice Kecht. “Le contee con i tassi più alti di distanziamento volontario sono quelle in cui le persone hanno meno sfiducia nella scienza, sono più istruite e hanno redditi più alti. Questo suggerisce che le politiche mirate ai gruppi meno reattivi potrebbero essere efficaci quanto le misure di generalizzate di lockdown e probabilmente meno dannose in termini economici. Potrebbe anche essere di buon auspicio per la fase di riapertura, in quanto è probabile che le persone rimangano prudenti anche quando le restrizioni vengono revocate”.
 
Quando l'Italia è andata in lockdown, all'inizio di marzo, Kecht si trovava in Germania e Deiana a Milano. “Ci scambiavamo molte telefonate e pensavamo che si potesse fare qualcosa per capire meglio la pandemia”, dice Kecht. “Abbiamo esaminato i dati in tempo di Twitter e i Google trends, ma il punto di svolta è stato quando un'azienda americana ha messo a disposizione a scopo di ricerca dati sulla mobilità intorno a 4 milioni di punti di interesse o attrazioni americane, basati sull'osservazione di40 milioni di dispositivi mobili”.
 
Kecht si era tenuto in contatto con David Van Dijcke, un dottorando di Oxford, da quando erano stati stagisti della Banca Centrale Tedesca e Van Dijcke stava discutendo le stesse idee con un suo collega di Oxford, Adam Brzezinski. Le due squadre si sono fuse e, in due frenetiche settimane, la prima bozza del paper era pronta. “Eravamo sparsi tra Italia, Germania, Austria e Regno Unito”, dice Kecht, “e il coordinamento era possibile solo in videoconferenza”. Van Dijcke, un affiliato dell'Institute for New Economic Thinking at the Oxford Martin School, ha presentato con successo il paper a INET Oxford e pochi giorni dopo lo studio è stato presentato e accettato dal Centre for Economic Policy Research per la nuova serie COVID Economics.
 
Sia Kecht che Deiana hanno in programma di continuare i loro studi con un PhD dopo la laurea, ma seguendo percorsi diversi. “Lavorare al paper con Valentin e con esperti dottorandi come David e Adam è stato fantastico”, dice Deiana. “Ho avuto la possibilità di utilizzare tecniche econometriche innovative e di gestire dati granulari, ma i miei interessi di ricerca sono la microeconomia e l'economia industriale. Dopo la laurea vorrei lavorare per un paio d'anni e poi tornare al mondo accademico per un PhD”. Kecht, al contrario, sta ancora lavorando sui provvedimenti di lockdown per il COVID. “Col passare del tempo”, dice, “otteniamo nuovi dati, che delineano un quadro più complesso e interessante. Credo che la mia tesi di laurea riguarderà questo tema e, in seguito, farò domanda per un dottorato di ricerca”.
 
Adam Brzezinski, Guido Deiana, Valentin Kecht, David Van Dijcke, The COVID-19 Pandemic: Government vs. Community Action Across the United States, INET Oxford Working Paper NO. 2020-06.
 

di Fabio Todesco
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