La crisi da COVID colpisce soprattutto le donne e i bambini dei meno istruiti

UNA RICERCA DI PAOLA PROFETA HA RILEVATO CHE IL LOCKDOWN E LE MISURE DI DISTANZIAMENTO SOCIALE SI SONO TRADOTTE IN UN PESO AGGIUNTIVO PER LE DONNE IN TERMINI DI LAVORO DOMESTICO. SOLO LE FAMIGLIE PIU' ISTRUITE DEDICANO TEMPO AI COMPITI DEI FIGLI CHE STUDIANO DA CASA

Le crisi economiche di solito hanno un impatto maggiore sugli uomini. Nel 2008, ad esempio, industrie tipicamente maschili, come il manifatturiero e l'edilizia, sono state le più colpite, mentre le ore lavorate dalle donne sono addirittura aumentate. Questa volta è diverso: sono le donne a subire il peso della crisi da COVID, secondo una ricerca sull'Italia di Paola Profeta, professore associato del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali della Bocconi, con Daniela Del Boca, Noemi Oggero e Maria Cristina Rossi.
 
Le misure di distanziamento sociale hanno colpito industrie in cui lavorano entrambi i generi, ma le attività domestiche sono aumentate in modo sproporzionato per le donne, secondo la ricerca del Bocconi COVID Crisis Lab. Inoltre, il 76% di coloro che utilizzano il congedo parentale straordinario concesso dal governo italiano per mitigare l'impatto della chiusura delle scuole sono donne. Questo potrebbe compromettere il loro ritorno al lavoro, soprattutto nelle fasce d'età in cui la pressione lavorativa è più elevata.
 

Profeta e le sue coautrici hanno condotto un'indagine su 800 donne lavoratrici prima dell'emergenza (ad aprile e luglio 2019) e l'hanno ripetuta durante il lockdown (aprile 2020). Sono così state in grado di misurare i diversi impatti sulla divisione del lavoro tra i lavori domestici e la cura dei bambini all'interno della famiglia.
 
I risultati mostrano che la maggior parte dei lavori domestici aggiuntivi associati a COVID-19 ricadono sulle donne, mentre le attività di cura dei bambini sono più equamente condivise all'interno della coppia. Dopo l'epidemia di COVID-19, il 68% delle donne e il 40% degli uomini hanno dedicato più tempo ai lavori domestici, aggravando una distribuzione già squilibrata. Nel 2019, infatti, il 72% delle donne, contro il 26% degli uomini, aveva già dedicato più di un'ora al giorno ai lavori domestici. Le percentuali per la cura dei bambini sono del 61% delle donne e del 51% degli uomini che vi dedicano più tempo.
 
Le donne che lavorano con bambini di età compresa tra 0 e 5 anni sono quelle che denunciano più spesso eccessive responsabilità domestiche, mentre l'equilibrio tra lavoro e vita privata è particolarmente difficile da raggiungere quando il partner continua a lavorare fuori casa. Svolge un ruolo anche una questione generazionale: le donne lavoratrici più anziane trovano il lavoro domestico più difficile rispetto alle loro controparti più giovani, indipendentemente dall'età dei figli.
 
La maggiore partecipazione degli uomini supera quella delle donne solo quando le donne continuano a recarsi sul luogo di lavoro abituale e il partner non lavora. Tuttavia, anche in queste circostanze, questo vale solo per la cura dei bambini (dove il 54% dei partner dedica più tempo alla cura dei bambini contro solo il 31% delle donne), e non per i lavori domestici (il 58% dei partner dedica più tempo ai lavori domestici, contro il 61% delle donne).
 
“Lo studio conferma che la chiusura delle scuole rischia di accentuare le differenze educative tra i bambini a causa del background familiare”, afferma Profeta. “Le donne con un diploma universitario e i loro partner, infatti, dedicano molto più tempo all'istruzione dei figli rispetto al resto della popolazione”. Le persone con un'istruzione superiore hanno maggiori probabilità di dedicare più tempo sia alla cura dei bambini sia ai loro impegni scolastici.
 
Daniela Del Boca, Paola Profeta, Noemi Oggero, Maria Cristina Rossi, “Women’s Work, Housework and Childcare, Before and During COVID-19”, in COVID Economics, issue 28.

di Fabio Todesco