Francesco Decarolis vuole difendere la concorrenza nelle piattaforme digitali
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Francesco Decarolis vuole difendere la concorrenza nelle piattaforme digitali

L' AVVOCATO GIOVANNI AGNELLI ASSOCIATE PROFESSOR IN ECONOMICS HA VINTO UN ERC GRANT CON UN PROGETTO DI REGOLAMENTAZIONE CHE TENGA CONTO DELLE CARATTERISTICHE ORIGINALI DI QUESTI MERCATI E DEI COMPORTAMENTI DEI CONSUMATORI

Se è opinione comune che le piattaforme digitali abbiano cambiato il nostro modo di vivere, può sembrare più sorprendente che mettano in discussione tutto ciò che sappiamo sulla concorrenza e sull’efficacia delle politiche antitrust. Dal momento che le persone trovano conveniente utilizzare piattaforme che sono già popolari (per le cosiddette economie di rete), non siamo nemmeno sicuri che la concorrenza porti prezzi più bassi e una migliore qualità in un ambiente di questo tipo. D'altra parte, la stessa tendenza delle piattaforme digitali a premiare in modo sproporzionato gli operatori di maggiore successo mette in discussione l’idea che le forze della libera concorrenza di mercato siano sufficienti a garantire che questa concentrazione non danneggi i consumatori e le imprese.
 
Francesco Decarolis, , Avvocato Giovanni Agnelli Associate Professor in Economics e studioso di economia della concorrenza, ha vinto un European Research Council Consolidator Grant  da 1,7 milioni di euro per CoDiM (Competition in Digital Markets), un progetto che studia gli aspetti competitivi delle piattaforme digitali. “Il mio progetto mira a valutare interventi normativi che tengano conto delle caratteristiche di questi mercati e degli aspetti comportamentali di consumatori non sempre razionali”.

 
Un caso di distorsione comportamentale che influisce sulla concentrazione del mercato è quello della ricerca online, dove Google è l'attore dominante. “Una politica antitrust tradizionale”, spiega Decarolis, “avrebbe potuto ordinare a Google di condividere i suoi dati con i concorrenti. Ma l'Antitrust europeo ritiene che qui sia in azione un default bias, una distorsione comportamentale dovuta al fatto che Google è stato a lungo il motore di ricerca predefinito (di default) negli smartphone Android e iOS e la gente tende a non esplorare opzioni alternative. L'Autorità ha deciso, quindi, di spingere i consumatori a scegliere attivamente un motore di ricerca, presentandone quattro quando configurano il proprio telefono”.
 
La pubblicità online è un caso di nuove forze che creano un equilibrio competitivo senza intervento pubblico. Google è, ancora una volta, l'attore dominante del mercato, ma mentre le autorità di regolamentazione si sono concentrate sullo stimolo della concorrenza tra le piattaforme, il mercato ha creato un contropotere sotto forma di grandi intermediari in grado di acquistare annunci per i propri clienti. “Il punto qui è capire se gli inserzionisti stanno beneficiando di questa evoluzione o se la concentrazione tra gli intermediari stia creando un doppio problema per loro”, dice Decarolis.
 
Un terzo tema affrontato dal progetto di Decarolis è l'interazione tra concorrenza e privacy. Nell'ambiente digitale, i consumatori hanno acquisito per lungo tempo prodotti e servizi apparentemente gratuiti, in realtà in cambio dei loro dati utente. “Se fino a poco tempo fa i consumatori sembravano relativamente indifferenti al valore dei loro dati personali, ora alcuni di loro sono disposti a pagare un prezzo per preservare la loro privacy”, dice Decarolis. “Ma qualsiasi limitazione all'uso dei dati nel mercato delle app, per esempio, si tradurrebbe in un prezzo per le app che oggi sono gratuite o in annunci che interrompono e forse rovinano l'esperienza dell'utente, influenzando così in misura diversa i consumatori con valutazioni soggettive diverse del loro denaro, della loro privacy e del loro tempo”.
 
Francesco Decarolis è al suo secondo ERC Grant, avendo già vinto un ERC Starting Grant nel 2015 per un progetto sulla corruzione negli appalti pubblici, e al suo terzo grande finanziamento di ricerca, considerando quello della National Science Foundation per un progetto sulla concorrenza nei mercati assicurativi. Laureatosi in Economia in Bocconi nel 2002, Francesco Decarolis ha conseguito il dottorato di ricerca presso la University of Chicago, dove ha studiato i mercati delle aste con il premio Nobel Roger Myerson (per la cronaca, nel 2020 il premio Nobel per l'Economia è stato nuovamente assegnato a studiosi di aste: Paul Milgrom e Robert Wilson). Le aste sono, infatti, un filo conduttore della sua ricerca: il progetto sulla corruzione negli appalti pubblici è nato dall'intuizione che il sistema italiano delle aste negli appalti pubblici fosse viziato e favorisse la collusione e l'inefficienza; il progetto sull'assicurazione sanitaria ruotava attorno al sistema di aste che l'US Medicare utilizza per calcolare i sussidi ai piani sanitari; infine, le aste sono un meccanismo diffuso nell'ambiente digitale e, infatti, la maggior parte degli spazi pubblicitari digitali viene acquistata e venduta attraverso le aste.

di Fabio Todesco
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