Rinnovare i consigli di amministrazione puo' giovare all'ambiente
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Rinnovare i consigli di amministrazione puo' giovare all'ambiente

SECONDO HANNES WAGNER, I MECCANISMI DI GOVERNANCE CHE AIUTANO AD ALLINEARE GLI INTERESSI DEGLI INVESTITORI E DEGLI AMMINISTRATORI MIGLIORANO LE PRESTAZIONI AMBIENTALI DELLE IMPRESE. CIO' E' VERO ANCHE SE UNA DONNA ENTRA IN UN CDA DI SOLI UOMINI

In un'epoca in cui la consapevolezza ambientale è molto diffusa tra gli investitori, i meccanismi di rinnovo del consiglio di amministrazione che allineano meglio gli interessi degli investitori e degli amministratori possono migliorare la performance ambientale di un'impresa, secondo un nuovo studio di Hannes Wagner (Dipartimento di Finanza dell'Università Bocconi). È interessante notare che lo studio rileva anche una relazione positiva tra la nomina di donne tra gli amministratori e la performance ambientale.
 
L'indagine di Hannes è condotta insieme ai suoi coautori Alexander Dyck (University of Toronto), Karl V. Lins (University of Utah), Lukas Roth (University of Alberta) e Mitch Towner (University of Arizona). Si intitola "Renewable Governance: Good for the Environment?", ed è in pubblicazione sul Journal of Accounting Research.

 
Gli autori hanno individuato due potenziali meccanismi di rinnovo del consiglio di amministrazione: l'adozione del voto a maggioranza assoluta e l'ingresso di una o più donne. Con il voto a maggioranza, gli amministratori devono ottenere più della metà dei voti espressi dagli azionisti per essere eletti. In caso contrario, invece, gli amministratori devono ottenere solo una maggioranza semplice dei voti espressi. In questo modo, il voto a maggioranza assoluta dà agli investitori la possibilità di votare contro gli amministratori, anziché limitarsi a negare il proprio voto.
 
L’articolo rileva che l'introduzione del voto a maggioranza assoluta è correlata a un aumento significativo della performance ambientale di un'impresa. Negli ultimi anni gli investitori hanno spinto le aziende a concentrarsi sulla performance ambientale, piuttosto che su quella finanziaria. Il voto a maggioranza assoluta garantisce un maggiore allineamento tra gli interessi degli investitori e quelli degli amministratori.
 
I risultati sono ancora più netti se si considera la relazione tra la performance ambientale e la nomina di una donna nel consiglio di amministrazione. L'aspetto più interessante è che i coefficienti sono ancora significativi quando si tengono in considerazione le caratteristiche dei membri del consiglio di amministrazione, come l'istruzione e l'esperienza. Ciò suggerisce che il miglioramento delle prestazioni ambientali è un effetto intrinseco del genere stesso piuttosto che delle caratteristiche professionali delle donne in Consiglio.
 
“Il contributo principale del nostro lavoro consiste nel fornire una tabella di marcia agli investitori,” dichiara Wagner. “Dimostriamo che se si vogliono aumentare le prestazioni ambientali, non si devono solo monitorare le metriche di sostenibilità, ma anche agire 'a monte', a livello di consiglio di amministrazione, dove si decidono i cambiamenti che producono tali miglioramenti.”
 
Gli autori sfruttano shock quasi esogeni in diversi Paesi come banco di prova per le loro ipotesi. Questi shock sono utili in quanto causano un cambiamento in una delle due variabili analizzate nello studio (presenza femminile nel consiglio di amministrazione o voto a maggioranza) senza intervenire specificamente sulla performance ambientale delle imprese.
 
Per valutare l'effetto della nomina di un amministratore donna, gli autori hanno analizzato i Paesi che hanno introdotto quote obbligatorie di genere nei consigli di amministrazione. I risultati mostrano che le aziende che hanno introdotto per la prima volta una donna in consiglio di amministrazione hanno registrato una prestazione ambientale superiore, in media, dell'8% rispetto alle aziende che non l'hanno fatto.
 
“Attualmente, gli sforzi normativi mirano ad aumentare la parità di genere nei consigli di amministrazione. Come interessante e positivo effetto collaterale, queste misure sembrano migliorare anche le prestazioni ambientali delle imprese,” commenta Wagner.
 
Per quanto riguarda il voto a maggioranza assoluta, gli autori hanno utilizzato la pressione esercitata da una campagna condotta da un grande gruppo di investitori in Canada. Anche in questo caso, le aziende che sono passate al voto a maggioranza assoluta dopo la campagna hanno mostrato un miglioramento significativamente maggiore delle altre nelle misure di performance ambientale.
 
Infine, il legame tra il meccanismo di rinnovo del consiglio di amministrazione e la performance ambientale è risultato più forte nei Paesi con migliori leggi di protezione degli investitori e requisiti di comunicazione più severi. Ma non è tutto. Lo stesso legame (più forte) è risultato vero anche per le imprese con un azionariato più “motivato”. Questo risultato dà credito all'ipotesi che gli investitori utilizzino il rinnovo dei consigli di amministrazione per allineare gli interessi di questi ultimi ai propri.
 
“Dato che un numero sempre maggiore di azionisti cerca la sostenibilità nelle scelte di investimento,” conclude Wagner, “indagare sui fattori che determinano la performance ambientale a livello di consiglio di amministrazione è qualcosa che può produrre risultati significativi e tangibili. Come spesso accade, la ricerca accademica può aiutare a migliorare il processo decisionale.”
 
Alexander Dyck, Karl V. Lins, Lukas Roth, Mitch Towner, Hannes Wagner, “Renewable Governance: Good for the Environment?”, forthcoming in Journal of Accounting Research. DOI: https://doi.org/10.1111/1475-679X.12462.
 

di Pietro Vacca
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