Non e' mai troppo tardi per capire la finanza
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Non e' mai troppo tardi per capire la finanza

UN ESPERIMENTO DI BILLARI, FAVERO E SAITA MOSTRA CHE ANCHE SEMPLICI INTERVENTI DI FORMAZIONE ONLINE A BASSO COSTO POSSONO MIGLIORARE LE CONOSCENZE DEGLI ADULTI E MODIFICARNE IL COMPORTAMENTO DI INVESTIMENTO

L’educazione finanziaria degli individui può essere migliorata anche in età adulta e con interventi semplici e a basso costo, che possono influire non solo sul livello di conoscenza, ma anche sui comportamenti delle persone. Lo dimostra un lavoro di Francesco Billari (Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche, nonché rettore della Bocconi), Carlo Favero e Francesco Saita (entrambi del Dipartimento di Finanza della Bocconi), che descrive e valuta i risultati di un intervento di formazione online, finanziato con il contributo di Citi Foundation, diretto agli aderenti a Cometa, il fondo pensione complementare per i metalmeccanici.
 
I partecipanti all’esperimento sono stati reclutati via posta elettronica, attraverso l’invito a seguire in streaming un video di formazione finanziaria della durata di 25 minuti. Metà dei partecipanti ha compilato, prima di seguire il video, un questionario di cultura demografica e finanziaria, mentre l’altra metà lo ha compilato due settimane dopo la visione del video, per misurarne gli effetti comparando le risposte con quelle di chi lo aveva prima di fare l’esperienza di formazione. Il campione finale è stato di 1.436 questionari.
 
L’intervento si è dimostrato efficace, con miglioramenti statisticamente significativi nelle risposte a 10 domande su 11. Anche la quota di chi dichiara di avere cercato informazioni sulle linee di investimento del fondo pensione nelle ultime due settimane è più alta del 16% tra chi ha assistito al video di formazione.
 
Le risposte, da una parte, hanno evidenziato che alcune caratteristiche individuali come il livello di istruzione, il genere e l’area geografica di residenza influiscono sul livello di alfabetizzazione finanziaria. Dall’altra, però, sono gli individui di tutte le caratteristiche a trarre vantaggio dall’intervento di formazione e, anzi, il gap tende a ridursi, sebbene solo leggermente, dopo l’esposizione al video.
 
“Negli ultimi decenni, l'invecchiamento della popolazione, l'aumento della speranza di vita all'età del pensionamento e le riforme dei sistemi pensionistici,” afferma Francesco Billari, “hanno fatto emergere un nuovo tipo di rischio: il rischio di longevità, che è la possibilità che un individuo possa vivere più a lungo delle proprie risorse finanziarie, mettendo così a rischio la propria sicurezza economica.” Indirizzare correttamente le scelte dei lavoratori verso investimenti pensionistici con un giusto rapporto tra rischio e rendimento è, perciò, sempre più cruciale sia per gli individui, sia per non appesantire, in prospettiva, il sistema di welfare.
 
  

Contemporaneamente l'utilizzo della cultura demografica per concentrare l'attenzione dei partecipanti potrebbe migliorare l'efficacia dei programmi di alfabetizzazione finanziaria, poiché l’importanza della conoscenza delle questioni legate alla longevità e ai rischi connessi si presenta come più immediata e visibile.
 
Il fondo Cometa, al momento dell’intervento, proponeva quattro linee di investimento con diversi profili di rischio, tra cui i lavoratori potevano scegliere. In caso di mancata scelta, gli aderenti venivano assegnati, come default, alla linea a più basso rischio (e basso rendimento). Il 78% dei nuovi aderenti finiva in questa linea di investimento. “Il video dava gli strumenti per capire che si tratta di una scelta subottimale, soprattutto per i più giovani,” spiega Carlo Favero, “perché è nel lungo periodo che si può meglio assorbire la maggiore volatilità degli investimenti più rischiosi. Abbiamo allora voluto misurare gli effetti della formazione sul comportamento effettivo dei lavoratori.” A 3 mesi di distanza dall’intervento, i ricercatori hanno così confrontato la quota di chi aveva modificato la scelta della linea di investimento tra chi aveva partecipato alla formazione e tra lavoratori perfettamente comparabili ai primi per ruolo professionale, età, istruzione e genere, ma che non erano stati esposti al video.
 
Mentre solo lo 0,6% dei lavoratori non formati aveva modificato la propria scelta, era passato a linee con un più alto profilo di rischio il 9,6% di chi aveva partecipato all’intervento. A ulteriore conferma della sua efficacia, a cambiare sono stati soprattutto i lavoratori più giovani (l’11,3% dei trentenni, contro l’1% dei sessantenni).
 
“La nostra analisi dimostra che interventi di alfabetizzazione a basso costo diretti agli adulti possono avere effetti concreti anche sui comportamenti,” afferma Francesco Saita. “I risultati suggeriscono, inoltre, che sia importante combinare informazioni finanziarie e demografiche, fornendo anche chiare indicazioni su dove può essere reperita ulteriore informazione.”
 
Gli stessi autori, insieme a Luca Maria Pesando (NYU Abu Dhabi) avevano già affrontato il tema della formazione finanziaria e demografica nel capitolo di un libro su Financial Education and Risk Literacy. Con la collaborazione delle scuole, avevano realizzato un intervento più articolato in una serie di licei e istituti professionali italiani. In quel caso, avevano registrato un effetto positivo sulle conoscenze demografiche dei ragazzi di entrambi i tipi di istituto, ma l’effetto sulle conoscenze finanziarie era osservabile solo per gli studenti di liceo e per gli studenti degli istituti professionali con risultati scolastici migliori.
 
Francesco Billari, Carlo Favero, Francesco Saita, “Online Financial and Demographic Education for Workers: Experimental Evidence from an Italian Pension Fund.” Journal of Banking and Finance 151 (2023) 106849. DOI: https://doi.org/10.1016/j.jbankfin.2023.106849.

di Fabio Todesco
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