Chiara Spina: come funziona il job market accademico internazionale
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Chiara Spina: come funziona il job market accademico internazionale

FRESCA DI PHD CUM LAUDE IN BUSINESS ADMINISTRATION AND MANAGEMENT ALLA BOCCONI E A BREVE DOCENTE DELL'INSEAD, CHIARA SPINA SPIEGA IL PERCORSO DAL DOTTORATO A UNA POSIZIONE INTERNAZIONALE

Che non si diventi professore universitario rispondendo a un annuncio di LinkedIn è chiaro a molti. La storia di Chiara Spina, una neodiplomata della PhD School della Bocconi che inizierà a lavorare a settembre in un posto prestigioso come il campus asiatico dell’INSEAD, apre un’interessante finestra su un mercato del lavoro internazionale per i neodottorati che prescinde dal sistema pubblico italiano.
 
Chiara Spina, seguita da Alfonso Gambardella e Charles Williams, ha discusso la sua tesi di dottorato al PhD di Business Administration and Management della Bocconi all’inizio del 2020, ma ha cominciato a pensare al job market nella prima metà del 2019, se è vero che a giugno di quell’anno erano già pronti i cv e le domande personalizzate, che ha inviato a 45 università di tutto il mondo. «Quarantacinque application possono sembrare tante», afferma Spina, «ma sono state selezionate in base alla corrispondenza tra le mie competenze e quelle dei docenti delle diverse università. Io mi occupo di entrepreneurship con un approccio sperimentale e ho evidenziato, in ciascuna lettera, gli aspetti che meglio rispondevano agli interessi di ricerca di alcuni studiosi chiave».  Allo stesso tempo, Spina ha pubblicato un suo sito personale per rendere facilmente disponibili tutte le informazioni riguardanti la sua ricerca.
 
In tutto il materiale che ha preparato, ad essere messi in primo piano erano il suo orientamento alla ricerca e i risultati già raggiunti: una pubblicazione su una rivista top per gli accademici del suo settore, come Management Science, di cui ha discusso anche l’Harvard Business Review, e due altri paper in fase di valutazione presso riviste di livello comparabile.
 
I job market internazionali per le varie discipline accademiche assomigliano, in molti casi, a mercati veri e propri, con stand o camere d’albergo al posto delle bancarelle, e si tengono a margine dei congressi delle grandi associazioni. Nel caso del Management, il job market si svolge a margine della conference dell’Academy of Management, in agosto. Nel 2019 la conference è stata a Boston e Chiara Spina, in quell’occasione, ha sostenuto una ventina di colloqui. «Si deve essere in grado di esporre con molta chiarezza la propria ricerca e i propri interessi», racconta Spina, «ma io ho anche tenuto conto del fatto che, in queste occasioni, gli intervistatori sono super-impegnati e ho preferito lasciare un segno tangibile, preparando una piccola brochure che illustrava il mio lavoro».
 
In base ai colloqui, le università selezionano i candidati migliori e li invitano in sede per quelli che vengono chiamati fly-out: il candidato espone la propria ricerca di fronte agli accademici del dipartimento di riferimento e spesso si sottopone a colloqui individuali con potenziali colleghi e responsabili. Le università, a questo punto, cercano anche di rendersi attrattive e non sono rare le visite guidate delle strutture e dei dintorni, in vista di un possibile trasferimento. Il tasso di successo di Spina è stato altissimo e, a fronte della ventina di colloqui, le proposte di fly-out sono stati 15 – il che, per tutto l’autunno, si è trasformato in un vero e proprio lavoro full-time.
 
Dal prossimo settembre, Spina sarà assistant professor all’INSEAD, campus di Singapore. «Prima ancora di concludere i fly-out, perché alcune università americane si sono mosse un po’ più tardi degli altri, ho potuto scegliere tra sei offerte di lavoro. Durante una vacanza in California, ho soppesato i pro e i contro dei vari ambienti lavorativi. Nel mio caso, per esempio, l’esistenza di un buon laboratorio per gli esperimenti sul campo è stato un punto decisivo ma, potendo scegliere, ho valutato anche altri fattori come il supporto all’attività di ricerca in generale, la location, la possibilità di insegnare a livello di MBA».

di Fabio Todesco
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