Un sensore per difendere i neonati
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Un sensore per difendere i neonati

ALESSIA MELEGARO HA RICEVUTO UN PRESTIGIOSO FINANZIAMENTO PER STUDIARE LE INTERAZIONI DEI BAMBINI PIU' PICCOLI NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO, AL FINE DI MIGLIORARE LE POLITICHE DI VACCINAZIONE

Alessia Melegaro ha ricevuto un finanziamento di $160.000 per partecipare a un progetto di ricerca volto a mappare le interazioni dei neonati con i propri familiari in alcuni paesi in via di sviluppo. I dati serviranno a lei e ad altri gruppi di studiosi per costruire modelli più realistici di diffusione delle malattie infettive. «Inoltre», spiega Melegaro, «i bambini di cui ci occupiamo talvolta sono troppo piccoli per essere vaccinati e la disponibilità di mappe accurate delle loro interazioni potrà aiutare gli specialisti a capire quali familiari vaccinare allo scopo di non far ammalare i neonati».
 
Melegaro si occuperà di Mozambico, Pakistan, India e Guatemala nell’ambito di un grande progetto (Global Mixing Study) del valore di $2,6mln, coordinato dalle università di Emory e di Yale e finanziato dal NIH (National Institues of Health), l’agenzia per la ricerca biomedica del Dipartimento per la salute degli Stati Uniti.
 
La ricercatrice del Centro Dondena si avvarrà dell’esperienza sviluppata attraverso il suo progetto DECIDE, The impact of Demographic Changes on Infectious DisEases transmission and control in middle/low income countries, finanziato dall’European Research Council, sulle interazioni dei ragazzi in età scolare in Zimbabwe e Kenya. Entrambi i progetti si avvalgono, infatti, di chip RFID (Radio Frequency Identification Devices) che registrano quante volte un soggetto si trova al di sotto di una certa distanza (stabilita dal ricercatore) da un'altra persona.
 
«Raccoglieremo dati standard di interazione attraverso un questionario, e in più registreremo le interazioni attraverso i sensori», spiega Melegaro, «alla ricerca di pattern di interazione tipici di ogni singola cultura. In passato, l’uso di dati raccolti in questo modo al posto di quelli standard ha migliorato il potere predittivo dei modelli di diffusione delle infezioni». Per ogni paese, i dati saranno raccolti in una comunità rurale e in un centro urbano.
 
A trarne giovamento saranno soprattutto i modelli di diffusione delle malattie che affliggono i più piccoli nei paesi in via di sviluppo, come il virus respiratorio sinciziale (RSV), per il quale al momento diversi vaccini sono in varie fasi di sperimentazione.

di Fabio Todesco
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