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Costi e benefici del distanziamento, Italia e UK a confronto

, di Emanuele Elli
Pamela Giustinelli collabora con Gabriella Conti dell'University College London in uno studio sugli esiti a medio termine del lockdown

Come hanno reagito italiani ed inglesi durante il lockdown? Sono stati efficaci le misure di contenimento? Come le hanno valutate in termini di costi e benefici? E quali strascichi hanno lasciato sulla vita e sulla psicologia delle persone? Sono solo alcune delle domande a cui risponde la ricerca di Pamela Giustinelli, docente del Dipartimento di Economia e fellow del COVID Crisis Lab, e della collega Gabriella Conti dell'University College London, finanziata dall'European Research Council.

Lo studio insiste sugli esiti a medio termine del lockdown per aiutare le autorità pubbliche a valutare gli incentivi più efficaci da mettere in campo per aumentare l'adesione della popolazione ai principi del distanziamento sociale. Un'analisi preliminare dei dati della prima wave suggerisce che i cittadini inglesi hanno percepito le misure di lockdown come decisamente efficaci ma anche molto nocive per la salute fisica e mentale. Lo sguardo al futuro è sobrio sia in Inghilterra sia in Italia: la maggior parte dei partecipanti si aspetta di tornare alla normalità solamente quando sarà sviluppato un vaccino o comunque non prima del 2021.

"Alla prima wave dei questionari, distribuita nei due paesi ai primi di maggio, ne è seguita però ora una seconda", aggiorna Giustinelli. "Nel caso dell'Italia la prima wave era focalizzata sull'esperienza con il coronavirus e sulle percezioni di rischio nella Fase 2, mentre questa approfondisce il rispetto delle regole di comportamento per la ripartenza e le nuove abitudini adottate per trasporti, test o tamponi, sistemi di tracciamento...".

L'aspetto più originale della ricerca è legato ai meccanismi decisionali che scaturiscono in momenti di incertezza, un dato che viene ottenuto con una precisa metodologia sondaggistica che consiste nel misurare le aspettative condizionate di rischio (in particolare la probabilità soggettiva di contrarre il coronavirus) e di altri costi e benefici provenienti dall'adozione individuale e/o collettiva delle regole di comportamento e delle misure di TTT (testare, tracciare, trattare). Nella seconda wave, queste misurazioni sono state combinate con un trattamento randomizzato di "informazione e sensitizzazione" sulle misure TTT. "Anche in questo caso ci aspettiamo di registrare un certo grado di eterogeneità nelle risposte", spiega la docente, "ma di poter comunque definire un modello comportamentale che dimostri come le persone percepiscono e risolvono i compromessi che stanno affrontando, a seconda delle loro conoscenze, credenze e preferenze".