Franco Malerba, l'entusiasmo delle grandi domande
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Franco Malerba, l'entusiasmo delle grandi domande

L'ECONOMISTA DELL'INNOVAZIONE, ORA PROFESSORE EMERITO, RIPERCORRE LA SUA CARRIERA

Erano circa un centinaio i colleghi da tutto il mondo che hanno partecipato all’evento in onore di Franco Malerba che si è tenuto a Milano la primavera scorsa, in occasione dei suoi 70 anni e dell’investitura a professore emerito. Malerba ha ringraziato a modo suo ricordando loro le regole che hanno guidato la sua attività: credere in ciò che si fa, farsi “grandi domande” di ricerca, accettare le battute di arresto senza arrendersi, avere apertura mentale a idee diverse e circondarsi di persone che condividono valori e obiettivi.
 
Da alcuni anni Franco Malerba vive per sei mesi all’anno nella Grande Mela, dove tra l’altro è visiting research professor alla NYU ma, anche se in America è di casa, non ha mai pensato di lasciare definitivamente l’Italia. Anzi, è intenzionato a tornarvi presto. È solo uno dei vari aspetti di un accademico internazionale che per decenni si è occupato di economia dell’innovazione, cioè di qualcosa che per definizione punta al futuro e ora, come professore emerito, può guardare con legittima soddisfazione ad una lunga e prestigiosa carriera.
 
In America Franco Malerba è sbarcato dopo la laurea in Bocconi, come lui stesso ammette sorridendo, “da provinciale a Yale”. Negli anni Settanta erano infatti pochi i temerari che si avventuravano a seguire fuori dall’Italia un corso di PhD (di per sé all’epoca un concetto quasi sconosciuto alle nostre latitudini), e una buona parte preferiva l’Inghilterra. “Il mondo non era così connesso come lo è adesso, e gli Stati Uniti erano veramente un altro pianeta. Lì i professori universitari erano alla frontiera scientifica, molto stimolanti intellettualmente e in grado di porre allo studente di dottorato grandi sfide di ricerca. C’era insomma una voglia di fare e ricercare, e una grande libertà di azione” ricorda Malerba.
 
Per il suo PhD in Economics preso a Yale nel 1983, Malerba fu seguito da Richard R. Nelson, figura di riferimento internazionale per la scuola economica evolutiva. L’idea di studiare il cambiamento nell’economia, e la tecnologia e l’innovazione che lo trainavano, era allora pionieristica, e nacque proprio in questo contesto, anche se ebbe poi ampia diffusione a livello di ricerca, politica economica e strategie aziendali negli anni successivi.
 
“Io sono stato molto fortunato” dice Malerba tornando ai primi anni sulla East Coast. “In realtà mi avevano accettato anche altre università americane di eccellenza, ed ho scelto Yale non so nemmeno io perché. A Yale ho incontrato Richard Nelson, prima mio mentore e poi co-autore ed amico, e Pamela, che poi è diventata mia moglie. Se avessi fatto un’altra scelta la mia vita personale e quella professionale sarebbero state completamente differenti. Quindi ho avuto fortuna.” Ma noi d’altro canto dovremmo ricordare che Louis Pasteur diceva che la fortuna aiuta la mente preparata.
 
Da lì in avanti, il lavoro di ricerca di Malerba è stato incessante e su tanti fronti. L’elenco delle pubblicazioni in articoli e libri è sterminato, ma altrettanto essenziale è stato per lui parlare delle sue ricerche agli studenti, in particolare quelli del suo CLEMIT (nato nel 2002 e successivamente trasformato in laurea specialistica come EMIT) cui non pareva vero di poter sentire illustrare e spiegare ricerca di frontiera con l’entusiasmo contagioso di chi l’aveva condotta personalmente, senza nemmeno la mediazione di un libro di testo.
 
Ricerca che Franco Malerba peraltro continua tuttora, dedicandosi a studiare vari aspetti dell’innovazione. La dinamica del cambiamento, e in particolare le modalità con cui paesi emergenti come Cina ed India hanno ridotto le distanze con le economie più sviluppate, è uno di questi. Altri argomenti dei suoi studi correnti riguardano gli sviluppi più recenti della teoria evolutiva del cambiamento economico, le caratteristiche dei sistemi di innovazione a livello di settore e di paese, i modelli dinamici di evoluzione industriale, l’imprenditorialità ad alto contenuto di conoscenza ed il ruolo di conoscenza ed esperienza nell’entrata di start-up e spinoff in industrie ad alta e media tecnologia.
 
L’entusiasmo era anche una caratteristica del centro di ricerca CESPRI, che Malerba diresse negli anni Novanta e nei primi anni 2000, fisicamente ubicato in un condominio poco distante dall’università, quando l’edificio di via Röntgen non esisteva ancora. Era forse una sistemazione un po’ scomoda quanto a spazi, ma nei ricordi di Malerba quei corridoi e quelle stanzette tutte contigue erano una continua opportunità di incontri e discussioni ed un insospettato catalizzatore di idee per lui e per il gruppo, con cui ha sempre lavorato in armonia. Uno degli allievi di Malerba, Stefano Breschi, oggi dirige l’ICRIOS Bocconi, che ha raccolto l’eredità del vecchio CESPRI.
 

di Andrea Costa
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