SCIENZE POLITICHE |

Con i veicoli a metano si guadagna in salute e in costi sociali

SECONDO UNO STUDIO BOCCONI, SE CONFERMATI I TASSI DI CRESCITA DEL MERCATO, NEL 2009-11 LE EMISSIONI DI CO2 CALEREBBERO DEL 25% E SI RISPARMIEREBBE IN TERMINI DI MALATTIE (-1,3% DECESSI LEGATI ALL'INQUINAMENTO) E COSTI SOCIALI

Con un prosieguo stabile dell’attuale tasso di rinnovo del parco auto in Italia con veicoli a metano nei prossimi anni sarebbero notevoli i risparmi in termini di emissioni inquinanti e di conseguenza in termini di riduzione dei costi sociali ambientali e di decessi e malattie legati all’inquinamento atmosferico. Notevoli i benefici anche rispetto a un’alternativa e analoga espansione del numero di veicoli a gpl. A rilevarlo uno studio del Certet Bocconi (Centro di economia regionale, dei trasporti e del turismo) sugli impatti ecologici, economici e sulla salute legati all’utilizzo dei diversi carburanti per autotrazione.

Lo studio, condotto nell’ambito del Network mobilità urbana sostenibile coordinato dal Certet, misura gli impatti e quantifica i benefici differenziali generati dallo sviluppo del metano per autotrazione rispetto agli altri carburanti (gpl e alimentazioni tradizionali), basandosi sulla metodologia di calcolo Copert (Computer programme for estimate emissions from road transport), dati Acie dati provenienti dai processi di omologazione dei veicoli da parte delle case automobilistiche.

Secondo lo studio, ipotizzando una crescita del mercato delle vetture a metano del 50% annuo per il periodo 2009-2011 (basato sul tasso di crescita degli ultimi anni) e così giungendo a un parco circolante intorno al milione di vetture a metano, si genererebbero, rispetto alle vetture che si prevede saranno contestualmente sostituite, risparmi sostanziali di emissioni per tutte le tipologie di agente inquinante. In particolare, per quanto riguarda l’anidride carbonica (CO2), i risparmi stimati sarebbero pari al 25% rispetto alle emissioni prodotte dal parco sostituito. Per quanto riguarda monossido di carbonio (CO), ossidi di azoto (NOx) e idrocarburi non metanici (NMHC) i risparmi costituirebbero tra il 96% e il 98% delle emissioni totali dei veicoli sostituiti.

Il medesimo esercizio di proiezione è stato proposto, dal team di ricerca guidato da Gabriele Grea, sotto l’ipotesi alternativa in cui i 630.000 veicoli stimati per il mercato del metano vengano prodotti e venduti con alimentazione a gpl. In particolare, per quanto riguarda l’anidride carbonica gli effetti di riduzione del gpl sono stimati intorno al 15%, inferiori del 10% rispetto allo scenario di espansione dei veicoli a metano, evidenziando una maggiore efficacia di questi ultimi.

Per quanto riguarda i benefici sociali ambientali riscontrati, si è proceduto alla quantificazione economica dei risparmi di emissione. L’incremento del numero di veicoli a metano previsto per il periodo 2009-11 genererà benefici in termini di riduzione di ossidi di azoto (NOx), particolato (PM), idrocarburi non metanici (NMHC) e anidride carbonica (CO2) stimati pari a circa 15,2 milioni di euro. In particolare, le minori emissioni di particolato genereranno un risparmio sociale ambientale pari a 7,13 milioni di euro, mentre la riduzione della CO2 prodotta consentirà un risparmio pari a 4,46 milioni di euro.

Operando la medesima stima sotto l’ipotesi in cui i veicoli nuovi ipotizzati a metano fossero invece alimentati a gpl, si riscontrerebbero benefici sociali ambientali pari a 12,9 milioni di euro. Ne consegue che in termini di benefici monetizzati l’impatto positivo del metano è superiore del 17% rispetto a quello che si otterrebbe con una corrispondente espansione del numero di veicoli a gpl.

Per quanto riguarda la valutazione dell’impatto dei veicoli a metano sulla salute, lo studio si è concentrato sui differenziali relativi alle emissioni da particolato complessive. Nello specifico, sono stati analizzati gli effetti generati da un aumento della percentuale di parco auto veicolare nazionale alimentata a metano. Lo scenario tendenziale prevede nel triennio 2009-2011 un peso relativo del parco veicolare a metano pari al 3,3% del totale mentre un secondo scenario “alto” (peso dei veicoli a metano pari al 10%) è stato considerato al fine di valutare l’impatto potenziale di una particolare concentrazione dei veicoli a metano in aree urbane e metropolitane.

Nello scenario tendenziale, si prevede una diminuzione annua delle cause di morte legate a concentrazioni di particolato superiori a 20 μg/m3 dell’1,3% (tumori delle vie respiratorie, infarto, ictus, malattie cardiovascolari e respiratorie). Nello scenario “alto”, ipotizzando un peso relativo dei veicoli a metano del 10%, la diminuzione annua delle cause di morte legate a concentrazioni di particolato superiori a 20 μg/m3 è stimata di poco inferiore al 4%.

Analizzando inoltre le cause di malattia legate alle concentrazioni di particolato in atmosfera, le stime riferite allo scenario tendenziale evidenziano per la popolazione infantile una diminuzione pari a 197 casi di bronchite e 2.641 casi di lower respiratory symptoms nelle principali realtà metropolitane italiane. Per quanto riguarda gli adulti le diminuzioni più sensibili riguardano l’asma (4.197 casi in meno), e la stima delle giornate di lavoro perse (10.101 giornate in meno). Infine, sotto le ipotesi di scenario “alto”, si stimano per la popolazione infantile una diminuzione pari a 617 casi di bronchite e 8.252 casi di lower respiratory symptoms; per quanto riguarda gli adulti le diminuzioni più sensibili riguardano l’asma (13.115 casi in meno), e la stima delle giornate di lavoro perse (31.567 giornate in meno).



di Tomaso Eridani
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