MINTS, nasce un'unita' di ricerca sull'innovazione monetaria
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MINTS, nasce un'unita' di ricerca sull'innovazione monetaria

L'UNITA' DI RICERCA E UN OSSERVATORIO SARANNO LANCIATI MERCOLEDI' 18 DICEMBRE, CON IL CONVEGNO THE FUTURE OF MONEY, CHE ANALIZZERA' LE IMPLICAZIONI DELL'INNOVAZIONE SULLE BANCHE CENTRALI E LE LORO POLITICHE MONETARIE

Monete complementari, monete alternative, bitcoin, libra e stable coins sono solo alcuni dei termini che, negli ultimi anni, hanno vivacizzato il dibattito sull’innovazione monetaria. Per sistematizzare lo studio di questi temi, alla Bocconi (e più specificamente all’interno del BAFFI-CAREFIN, Centre for applied research on international markets, banking, finance and regulation) nascono un’unità di ricerca e un osservatorio che condividono l’etichetta di MINTS – Monetary innovation, new technologies and society.
 
I due co-direttori di MINTS, Massimo AmatoLuca Fantacci, e il direttore di BAFFI-CAREFIN, Donato Masciandaro, presenteranno l’iniziativa mercoledì 18 dicembre nel corso di un convegno opportunamente intitolato The Future of Money.
 
Amato e Fantacci, due storici dell’economia, si occupano di sistemi monetari alternativi e monete complementari da una quindicina d’anni, molto prima, cioè, che il fenomeno bitcoin focalizzasse l’attenzione generale su questi aspetti. In MINTS si terrà perciò conto che l’innovazione monetaria non è necessariamente innovazione tecnologica. Anzi, l’aspetto più rilevante, e che tiene insieme i vari filoni di ricerca dell’unità, è l’innovazione di architettura istituzionale: chi emette moneta, come lo fa, in vista di quali finalità, con quali caratteristiche e quali ambiti di circolazione.
 
In MINTS, Amato e Fantacci saranno affiancati da economisti, sociologi e studiosi con conoscenze tecniche del funzionamento delle criptovalute, in continuità però con la loro attività precedente. «Da storici possiamo dire che tradizionalmente in Europa c’è sempre stata una pluralità di monete diverse per scopi diversi», ricorda Fantacci, «una moneta interna per scambi locali e una moneta per scambi internazionali, ma anche una pluralità di monete/token per svolgere ulteriori funzioni. L’idea di un’unica moneta è fenomeno recente, risalente al gold standard dell’800. Inoltre, prima della consistenza fisica delle monete coniate, la moneta è esistita come unità di conto, un aspetto che riemerge con la moneta digitale». Tra i fellow di MINTS ci sono Everardo Belloni(docente alla school of business del Politecnico di Milano ed ex direttore del risk department di EY), Paolo Dini(computer science, University of Hertfordshire; media and communication, London School of Economics), Stefano Lucarelli(economia, Università di Bergamo)e Laura Sartori(sociologia, Università di Bologna).
 
Uno degli aspetti più interessanti delle innovazioni più recenti, e quello che verrà affrontato nell’incontro di presentazione, è l’interesse di questi fenomeni per le banche centrali e la loro politica monetaria. Le monete alternative e complementari, finora vissute solo come una minaccia, potrebbero in realtà trasformarsi in un’opportunità se consentissero alle banche centrali di innovare, a loro volta, le politiche monetarie e soprattutto il funzionamento dei canali di trasmissione delle loro politiche, oggi un po’ farraginosi.
 
«La S di MINTS, che sta per Society», conclude Fantacci, «sottolinea proprio il fatto che l’innovazione monetaria non è solo tecnologica. Consideriamo innovazione tutto ciò che avvicina la moneta al suo scopo principale, di rendere efficaci e giusti i rapporti economici e sociali tra le persone».

di Fabio Todesco
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