I giovani considerano il COVID piu' rischioso degli anziani. E sono piu' cauti
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I giovani considerano il COVID piu' rischioso degli anziani. E sono piu' cauti

UN'INDAGINE SU OLTRE 1.500 AMERICANI CONDOTTA DA STUDIOSI DI BOCCONI, HARVARD E OXFORD MOSTRA CHE I GIOVANI STIMANO UNA MORTALITA' DA COVID PER LA LORO FASCIA D'ETA' 10 VOLTE SUPERIORE A QUELLA REALE; GLI ANZIANI 10 VOLTE INFERIORE. E SI COMPORTANO DI CONSEGUENZA

I giovani sono spesso accusati di sottovalutare il rischio COVID-19 e di favorirne involontariamente la diffusione. Una recente ricerca di Nicola Gennaioli (Università Bocconi, fellow del COVID Crisis Lab) e di colleghi di Harvard e Oxford mette in dubbio queste argomentazioni.
 
Secondo un sondaggio condotto a maggio 2020 su oltre 1.500 americani, i giovani percepiscono un rischio di infezione da COVID e di ospedalizzazione e morte a causa della malattia drammaticamente più elevato rispetto agli anziani. I giovani stimano un rischio più elevato sia per se stessi che per gli altri.
 
Inoltre, le preferenze riguardo i provvedimenti pubblici e il comportamento dichiarato sono coerenti con tali convinzioni. Gli individui che percepiscono rischi più elevati per gli altri sono favorevoli all’obbligo di rimanere a casa e hanno meno probabilità di voler riprendere le loro normali attività. Le persone che percepiscono un maggiore rischio di mortalità per se stesse indicano di uscire meno frequentemente, di essere più riluttanti a recarsi al pronto soccorso in caso di emergenza medica, e di evitare visite mediche di routine.
 

 
Le persone sembrano essere consapevoli del gradiente di età nel rischio da COVID: tutti valutano che il rischio di mortalità aumenti con l’età, ma le stime dei giovani sono costantemente più alte di quelle degli anziani.
 
La stima mediana degli intervistati sul tasso di mortalità si situa tra l'1% e il 2% dei contagiati, di poco più alta delle stime scientifiche, ma il gradiente di età è sorprendente. Il gruppo 18-34 riporta un tasso di mortalità mediano per la propria età del 2%, dieci volte superiore ai dati disponibili. Al contrario, gli intervistati di 70 o più anni stimano per la propria età un tasso di mortalità mediano di circa l'1%, tra le 5 e le 10 volte inferiore alle stime epidemiologiche disponibili.
 
I giovani sono anche più pessimisti riguardo ad altri rischi per la salute, ma non riguardo al rischio economico legato alla crisi da COVID-19.
 
“Una possibile spiegazione”, afferma Gennaioli, “è che l'esperienza COVID-19 risulti molto più saliente per i giovani che per gli anziani. Poiché il rischio sanitario acuto è un'esperienza relativamente rara per i giovani, l'epidemia di COVID-19 li colpisce come nuova e significativa. Sembra anche rendere salienti tutti i rischi per la salute, aumentando la loro valutazione a livello generale”. Infatti, i dati mostrano che l'autovalutazione di altri rischi per la salute è fortemente associata alle convinzioni relative al COVID-19. La percezione di un rischio non sanitario come quello economico è, al contrario, associata a diverse caratteristiche demografiche, come il genere, la razza, l’area geografica e l'istruzione, ma non l'età.
 
Pedro Bordalo, Katherine B. Coffman, Nicola Gennaioli, Andrei Shleifer, “Older People Are Less Pessimistic About the Health Risks of COVID-19”, NBER Working Paper 27494, DOI: 10.3386/w27494.

di Fabio Todesco
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