Con Witch tra clima e politica
"Gli algoritmi facilitano la comunicazione tra ricercatori. Sono immediatamente comprensibili da un fisico, un climatologo, un economista. Consentono la interdisciplinarità e l'internazionalizzazione dei gruppi di ricerca. L'algoritmo è un linguaggio universale, ancor più dell'inglese". Ne è convinta Valentina Bosetti, docente del Dipartimento di economia in Bocconi, interessata all'economia dei cambiamenti climatici, impegnata nel progetto Witch finanziato da Fondazione Eni Enrico Mattei, dal Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici e dalla Commissione Europea. La sigla sta per World Induced Technical Change Hybrid model. Si tratta di un modello dinamico globale disegnato per valutare l'impatto delle politiche climatiche sui sistemi economici di tredici macroregioni come Europa occidentale, Stati Uniti, Cina, India e Sudest asiatico.
"Il modello" spiega Bosetti "è frutto del lavoro di un gruppo interdisciplinare che ha visto interagire ricercatori italiani, tedeschi, francesi, portoghesi, belgi, cinesi, giapponesi e australiani. Analizza le conseguenze dei cambiamenti climatici partendo dalla domanda: quanta energia sarà necessaria nei prossimi cento anni? E di conseguenza, quali saranno le emissioni? Il modello racconta che cosa accadrà nel prossimo secolo facendo assunzioni macroeconomiche, politiche, demografiche". Le macroregioni possono essere disaggregate secondo gli scopi della ricerca: l'algoritmo permette di entrare nel campo della teoria dei giochi e misurare le conseguenze della nascita di varie coalizioni. "Witch è l'unico modello italiano di questo tipo. Quasi ogni paese ne ha uno, o più di uno: è importante che la politica possa fidarsi dell'algoritmo da cui scaturiscono le previsioni. Inoltre, la pluralità di modelli e quindi degli algoritmi è necessaria di fronte all'enorme incertezza sui valori ipotizzati e sul processo". Modelli come Witch sono pensati per indirizzare le politiche sul clima e sono alla base di negoziati e accordi. "È uno dei campi in cui le politiche sono necessariamente costruite sulle proiezioni fornite da algoritmi. È stimolante e gratificante".
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