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Esperti e lealisti, cosi' i candidati trovano il loro posto in lista

, di Claudio Todesco
Un paper di Vincenzo Galasso e Tommaso Nannicini spiega come funziona la selezione politica

La competizione elettorale all'interno dei partiti concorre al miglioramento della selezione della classe politica. È uno dei risultati di So Closed: Political Selection in Proportional Systems, uno studio di Vincenzo Galasso e Tommaso Nannicini incentrato sul sistema proporzionale a liste chiuse usato nelle elezioni politiche italiane del 2013. Per un candidato, le chance di essere eletto non dipendono dal numero di preferenze ottenute, ma dal posizionamento nelle liste elettorali. Qual è, allora, il profilo dei politici scelti per comparire nei posti sicuri? Per rispondere alla domanda, gli autori hanno usato una survey effettuata prima delle elezioni che informava i partiti del numero di seggi che avrebbero probabilmente conquistato in ogni distretto.

In base ad essa, hanno classificato le posizioni nelle liste elettorali come sicure, incerte e insicure. «Abbiamo poi diviso i candidati in esperti e lealisti», spiega Galasso. «Questi ultimi li abbiamo identificati in base a tre misure: i voti dati in Parlamento, nei precedenti mandati, in linea con il partito; il fatto di avere coperto posizioni di rilievo all'interno del partito; la nascita in una città diversa dal distretto elettorale», ovvero quelli che in gergo giornalistico vengono detti «paracadutati». Risultato: le posizioni migliori sono assegnate per lo più ai lealisti e di sesso maschile. «Il proporzionale a liste chiuse è il sistema che offre minor selezione della classe politica». Arianna Landi, studentessa laureatasi con Galasso, ha usato nella tesi una metodologia simile per studiare gli effetti della selezione dei politici nel Movimento 5 Stelle attraverso le cosiddette Parlamentarie.

«Nei posti sicuri», spiega Galasso, «ci sono più donne. Nella tesi vengono indagate anche le caratteristiche dei parlamentari che hanno lasciato il gruppo 5 Stelle di loro volontà o perché espulsi. Tendenzialmente, lasciano il Movimento deputati e senatori dal reddito più elevato».

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