Non tutti i consiglieri valgono uno
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Non tutti i consiglieri valgono uno

QUANDO IL CEO HA MOLTO POTERE, LE POSIZIONI RILEVANTI NEL CDA SONO RICOPERTE DA UOMINI DI SUA FIDUCIA, SE INVECE IL SUO POTERE E' LIMITATO VANNO AI CONSIGLIERI PIU' COMPETENTI, SECONDO UNA RICERCA DI WAGNER, FEDASEYEU E UN COAUTORE

La letteratura sui compensi dei dirigenti è piuttosto ricca, lo è molto meno quella sui membri dei consigli d’amministrazione. Hannes Wagner, professore associato di finanza alla Bocconi, ha indagato il rapporto fra le qualifiche dei consiglieri, i loro compensi e le loro funzioni. Fino a che punto questi ultimi sono correlati alla competenza e quanto, invece, dipendono dalla vicinanza all’amministratore delegato? La questione è affrontata in Do Qualifications Matter? New Evidence on Director Compensation, paper co-firmato con Viktar Fedaseyeu (Università Bocconi) e James S. Linck (Southern Methodist University, Dallas).
 
“Il CdA è un po’ una scatola nera”, afferma Wagner. “Lo è per due ragioni. Fino a poco tempo fa la raccolta di questo tipo di dati doveva passare attraverso la consultazione manuale delle relazioni annuali. In secondo luogo, si pensava erroneamente che tutti i membri dei CdA ricevessero in linea di massima lo stesso compenso”.
 
Wagner, Fedaseyeu e Linck hanno studiato emolumenti e funzioni di 13.329 amministratori esterni dei board di 1777 società quotate statunitensi tra il 2006 e il 2010. Hanno scoperto che i compensi sono differenziati in relazione alle funzioni svolte. “La domanda perciò diventa: chi determina la ripartizione delle funzioni? Quando il potere del Ceo è basso, le funzioni finiscono nelle mani degli amministratori più qualificati. Un Ceo potente finirà, invece, per selezionare non le persone più qualificate, ma quelle da cui si aspetta un’azione di controllo più blanda”.
 
Vi è un secondo tipo di compenso dato ad alcuni membri in modo discrezionale dal consiglio una volta all’anno. Può ammontare a milioni di dollari. “Nessun precedente lavoro l’ha analizzato. Le poche società che lo prevedono, meno del 10% del totale, sono quelle in cui il Ceo è particolarmente influente. Gli amministratori che hanno una storia di lavoro al fianco del Ceo hanno maggiori probabilità di ricevere tale compenso variabile”. Pur basandosi su un numero limitato di dati, il paper indaga anche che cosa accade al valore dell’impresa nel giorno della morte improvvisa e inattesa di un amministratore esperto: esso diminuisce. Il mercato, a quanto pare, premia il capitale umano.

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di Claudio Todesco
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