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La mancanza di diversificazione di portafoglio rende rischiosa la globalizzazione per gli investitori occidentali

, di Fabio Todesco
Secondo uno studio di Julien Sauvagnat della Bocconi e colleghi, gli investitori americani chiedono un forte premio di rischio del 7% quando investono in aziende esposte a shock commerciali e lo stesso vale per l'Europa. Si tratta di un effetto molto ampio, dettato dal rischio di fallimento delle aziende locali meno produttive

I prezzi delle attività evidenziano che la globalizzazione è percepita come un rischio dagli investitori. A causa della mancanza di diversificazione del loro portafoglio, afferma un nuovo studio di Julien Sauvagnat dell'Università Bocconi e di due colleghi, gli investitori chiedono un premio considerevole quando investono in aziende esposte alla globalizzazione. «L'effetto è davvero notevole», afferma Sauvagnat. «Il premio annuo del 7% che abbiamo registrato è della stessa entità del premio richiesto dagli investitori americani per l'acquisto di azioni anziché di attività prive di rischio».



Gli studiosi utilizzano i costi di trasporto per misurare l'esposizione delle imprese alla globalizzazione e agli shock commerciali e, analizzando i dati di rendimento di 5.854 azioni americane nel periodo 1975-2015, scoprono che le aziende con bassi costi di trasporto hanno rendimenti medi annui superiori del 7% rispetto a quelli delle industrie con costi di trasporto elevati. Il premio sembra essere determinato in larga parte dal rischio di fallimento delle imprese meno produttive in settori esposti alla concorrenza straniera.

Quando si verifica uno shock commerciale (le imprese straniere diventano più produttive e quindi più competitive sul mercato locale, ad esempio), gli investitori locali sperimentano sia un effetto prezzo che un effetto ricchezza. Nell'esempio, l'effetto prezzo è positivo, in quanto i prezzi dei beni si riducono, e l'effetto ricchezza potrebbe avere qualsiasi segno. Quando gli investitori hanno un portafoglio diversificato, con titoli nazionali ed esteri, l'effetto potrebbe essere positivo o nullo, ma è negativo quando gli investitori detengono solo titoli nazionali. «Un premio di rischio positivo per le società più esposte significa che i portafogli degli investitori non sono sufficientemente diversificati», commenta Sauvagnat.

Gli studiosi hanno ripetuto l'analisi in 16 paesi europei e i premi di globalizzazione corrispondono quasi perfettamente a quello americano, suggerendo che la loro analisi è solida e che la mancanza di diversificazione non riguarda solo gli investitori americani.

«In anni di diminuzione dei costi di spedizione e di aumento dell'esposizione agli shock commerciali, i portafogli meno diversificati sono vulnerabili e sarebbe opportuna una diversificazione globale», conclude Sauvagnat.

Jean-Noël Barrot, Erik Loualiche, Julien Sauvagnat, The Globalization Risk Premium, in early view, The Journal of Finance, doi: 10.1111/jofi.12780.

Globalization Hurts When Portfolios Are Not Diversified

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