Le importazioni cinesi hanno alimentato il debito degli individui negli Stati Uniti
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Le importazioni cinesi hanno alimentato il debito degli individui negli Stati Uniti

LE AREE PIU' ESPOSTE ALLA CONCORRENZA CINESE HANNO REGISTRATO LA PIU' FORTE CRESCITA DELLA DISOCCUPAZIONE E DEI LIVELLI DI DEBITO PRIMA DELLA GRANDE RECESSIONE, SECONDO UNA RICERCA DI JULIEN SAUVAGNAT E COLLEGHI

Una ricerca appena pubblicata da Julien Sauvagnat, professore associato al Dipartimento di Finanza della Bocconi, racconta di come le importazioni cinesi negli Stati Uniti abbiano giocato un ruolo importante nell’alimentare la leva finanziaria che ha portato alla Grande Recessione. A far finire male la storia hanno contribuito anche la percezione mal riposta che lo shock di reddito dovuto alle importazioni cinesi fosse temporaneo e l'ampia disponibilità di nuovi strumenti per prendere denaro in prestito.
 
Nel loro “Import Competition and Household Debt,” di prossima pubblicazione sul Journal of Finance, Sauvagnat, Jean-Noël Barrot (HEC Paris), Erik Loualiche (University of Minnesota) e Matthew Plosser (Federal Reserve Bank of New York), sfruttano i costi di trasporto di diverse industrie per misurare la penetrazione delle importazioni nel periodo 1991-2007.
 
L'esposizione geografica ai settori con bassi costi di trasporto (quelle più vulnerabili alla concorrenza delle importazioni) viene poi utilizzata per spiegare l'aumento del livello di debito sia a livello di contea che individuale negli Stati Uniti.
 
I risultati mostrano che le aree in cui le importazioni hanno comportato la cessazione di alcune produzioni hanno assistito a un aumento comparativamente maggiore della disoccupazione e dei livelli di debito.
 
Infografica di Weiwei Chen

Nello specifico, l'esposizione cross-geografica ai settori con bassi costi di trasporto spiega tra il 12 e il 24 per cento dell'aumento del debito delle famiglie.
 
“Stavamo studiando l'effetto della concorrenza cinese sui prezzi degli asset quando abbiamo notato una correlazione significativa con i livelli di indebitamento delle famiglie,” spiega Sauvagnat. “Fino ad allora, la letteratura si era occupata soprattutto delle dinamiche di offerta che hanno portato alla crisi del 2008, noi abbiamo deciso di concentrarci sul lato della domanda.”
 
Ciò che gli autori hanno osservato è coerente con la teoria del reddito permanente, che afferma che quando i lavoratori percepiscono gli shock di reddito come, almeno in parte, transitori, ricorrono all'indebitamento per mantenere i livelli di consumo (il cosiddetto consumption smoothing).
 
L'aumento dei prezzi delle case e i nuovi strumenti per prendere denaro in prestito (come i mutui subprime) hanno favorito il mantenimento dei consumi, rendendo i prestiti virtualmente poco costosi e accessibili a tutti.
 
Lo studio osserva che, nelle aree più colpite dalla concorrenza cinese, l'aumento dei mutui è stato relativamente più pronunciato per i rifinanziamenti (che usavano le case come garanzia) rispetto a quelli per l'acquisto di nuove case. Questo è in effetti coerente con la tesi che gli agenti abbiano cercato di estrarre valore dal capitale costituito dalle case al fine di mantenere i loro consumi, coerentemente con le condizioni favorevoli che hanno caratterizzato il mercato dei mutui negli Stati Uniti durante il periodo 2000-2007.
 
Inoltre, l'articolo si occupa delle ragioni che hanno portato gli agenti a considerare lo shock transitorio piuttosto che persistente. Sauvagnat e i suoi coautori osservano che la probabilità percepita di rientrare nel mercato del lavoro dopo aver perso un impego era simile nelle aree che erano state pesantemente colpite dalla concorrenza delle importazioni e in quelle che non lo erano state. È propbabile che questo fattore abbia spinto tutti i lavoratori a considerare lo shock come transitorio, quando in realtà si è rivelato più persistente nelle aree in cui la produzione è cessata per via dalle importazioni cinesi.
 
“I nostri risultati potrebbero aiutare i regolatori a fare più luce sui fattori che influenzano la domanda di mutui e potrebbero costituire un sostegno alle politiche di mantenimento dei consumi, come l'assicurazione contro la disoccupazione,” conclude Sauvagnat.
 
Jean-Noël BarrotErik LoualicheMatthew Plosser, Julien Sauvagnat, “Import Competition and Household Debt,” rapid publication in the Journal of Finance. DOI: https://doi.org/10.1111/jofi.13185.

 

di Pietro Vacca
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