Il credito online puo' rendere inefficaci i limiti ai prestiti bancari
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Il credito online puo' rendere inefficaci i limiti ai prestiti bancari

UN ARTICOLO DI ALBERTO MANCONI E ALTRI RILEVA CHE LE NORME DELLE AUTORITA' DI CONTROLLO POSSONO ESSERE AGGIRATE DAGLI SPECULATORI. IL CASO DEL MERCATO IMMOBILIARE CINESE

Spesso le autorità, quando il mercato immobiliare si surriscalda, ricorrono alla regolamentazione dei prestiti bancari. L'emergere di intermediari online poco regolamentati, tuttavia, può rendere più difficile frenare la speculazione.
 
Gli acquirenti di immobili cinesi utilizzano abitualmente fornitori di credito informali per aggirare le normative volte a raffreddare il mercato immobiliare, come si legge in un articolo di Alberto Manconi (professore associato presso il Dipartimento di Finanza), Fabio Braggion della Tilburg University e Haikun Zhu della Erasmus University Rotterdam.
 

 
Negli ultimi anni il mercato immobiliare cinese ha registrato una crescita molto rapida, sostenuta in parte dalla speculazione. Si tratta di una grande preoccupazione per le autorità finanziarie del Paese, che vogliono evitare un crollo improvviso che potrebbe portare a un'insolvenza diffusa. Nel 2013, il governo cinese ha stabilito un limite alle somme che gli acquirenti di case potevano prendere in prestito dalle banche. Il tetto è stato fissato al 60% del valore dell'immobile in diverse località, introducendo il cosiddetto limite del “loan-to-value” (LTV). Si tratta di un modo abbastanza comune di contenere la leva finanziaria delle famiglie, soprattutto dopo la crisi del 2008.
 
Di conseguenza, chiunque volesse acquistare un immobile doveva fornire il restante 40% del prezzo in anticipo, il che ovviamente rendeva tale operazione inaccessibile per molti. È proprio questo lo scopo del tetto massimo di LTV, volto a ridurre l'esposizione delle banche e a frenare la speculazione. Tuttavia, i privati possono tentare di compensare la mancanza di copertura attraverso intermediari online meno regolamentati (le cosiddette piattaforme di credito) per eludere il limite senza essere scoperti, e la misura in cui ciò è accaduto è l’oggetto di studio di Manconi. Questi intermediari poco regolamentati erogano solitamente dei microprestiti alle piccole imprese e non sono destinati a fare concorrenza alle banche vere e proprie, motivo per cui non erano soggetti allo stesso tipo di controlli.
 
Gli autori, confrontando i dati delle aree in cui è stato applicato un tetto massimo di LTV con quelli di un gruppo di città di controllo in cui questa misura non è stata introdotta, hanno scoperto che nelle città con tetto massimo di LTV c'è stato un aumento del 31% dei prestiti sulle piattaforme rispetto alle altre città. Inoltre, tra i prestiti ai proprietari di casa, le morosità aumentano di 1,6 punti percentuali e le inadempienze totali di 2,4 punti percentuali rispetto alle altre città. È interessante notare che non sono state osservate variazioni nelle morosità o nelle inadempienze tra i prestiti ai non proprietari di casa.
 
“Le autorità di controllo hanno ottenuto risultati contrastanti,” spiega Alberto Manconi. “Le banche hanno effettivamente ridotto un po' la loro esposizione, ma il mercato immobiliare non si è raffreddato come si sperava. Possiamo quindi concludere che lo spirito della legge è stato eluso e che un crollo non è diventato meno probabile dopo l’introduzione di queste misure.”
 
Fabio Braggion, Alberto Manconi, Haikun Zhu, “Household Credit and Regulatory Arbitrage: Evidence from Online Marketplace Lending”, Management Science, Pubblicato online: 7 Nov 2022. DOI: https://doi.org/10.1287/mnsc.2022.4592.
 

di Andrea Costa
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