Un ponte grazie al quale la teoria delle decisioni incontra l'analisi del rischio

Un ponte grazie al quale la teoria delle decisioni incontra l'analisi del rischio

UN ARTICOLO DI BORGONOVO, CAPPELLI, MACCHERONI E MARINACCI STABILISCE UN COLLEGAMENTO TRA ANALISI DEL RISCHIO E TEORIA DELLE DECISIONI

La mattina del 28 gennaio 1986 lo Space Shuttle Challenger si disintegrò 73 secondi dopo il decollo dal Kennedy Space Center, in Florida. Uno degli esperti chiamati a contribuire al rapporto sull’incidente era B. John Garrick. Le sue raccomandazioni influenzarono la decisione della Nasa di adottare un approccio più consapevole all’analisi del rischio. Cinque anni prima, Garrick e un altro studioso americano di nome Stanley Kaplan avevano posto le fondamenta della metodologia di analisi del rischio partendo dal campo del nucleare civile. Il loro articolo On the Quantitative Definition of Risk, apparso sul numero inaugurale della rivista Risk Analysis, è una pietra miliare del risk informed decision making.
Secondo Kaplan e Garrick, l’analisi del rischio deve rispondere a tre domande fondamentali: che cosa può accadere? Qual è la probabilità che accada? E se accade, quali saranno le conseguenze? Nel recente Risk Analysis and Decision Theory: a Bridge, Emanuele Borgonovo, Veronica Cappelli, Fabio Maccheroni e Massimo Marinacci stabiliscono per la prima volta un collegamento formale fra questo tipo di analisi e la teoria delle decisioni, ovvero lo studio sistematico dei processi decisionali in cui la scelta può essere caratterizzata da informazioni incomplete. “L’analisi dei rischi serve per capire che cosa accadrà in futuro e che cosa si può fare oggi per attenuare i rischi.

L’analisi delle decisioni serve invece a scegliere fra diverse opzioni”, spiega Emanuele Borgonovo. “Fino ad oggi erano discipline parallele. Noi dimostriamo che per ogni analisi del rischio esiste un corrispondente modello di teoria delle decisioni. Così facendo, forniamo all’analisi del rischio l’accesso agli strumenti della teoria delle decisioni e ampliamo la portata di quest’ultima, offrendole nuovi stimoli”.
Le applicazioni possono essere molteplici. “Ogni decisore che vuole risolvere un problema complesso, che si tratti della ristrutturazione di un impianto chimico, della programmazione di missioni spaziali o della protezione da attacchi informatici, può utilizzare questa metodologia congiunta per attenuare i rischi e individuare le opzioni ottimali di gestione dei rischi”.

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di Claudio Todesco
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