Le conseguenze famigliari dell'incertezza
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Le conseguenze famigliari dell'incertezza

I DUBBI SUL PROPRIO FUTURO LAVORATIVO SONO UN FRENO ALLA NATALITA' E LIMITANO, PERCIO', LA FORMAZIONE DI NUOVO CAPITALE UMANO, SECONDO UNA RICERCA DI LETIZIA MENCARINI

L’idea che l’incertezza lavorativa dovuta alla recessione economica sia un freno alla natalità è abbastanza ovvia, ma come agisce a livello individuale? Nel paper in lavorazione Is the Impact of Employment Uncertainty on Fertility Intentions Channeled by Subjective Well-Being? Letizia Mencarini, professore associato in demografia alla Bocconi e fellow del centro Dondena, misura con i co-autori Daniele Vignoli e Giammarco Alderotti l’impatto di tale incertezza. Lo studio si basa su due European Social Survey (ESS) relative alle coppie eterosessuali di età compresa fra i 15 e i 45 anni effettuate nel 2004 e nel 2010, ovvero prima e dopo la Grande recessione. I dati riguardano 22 Paesi europei, Italia esclusa. L’ESS rileva sia la presenza di lavoro a tempo indeterminato o determinato, sia il livello di benessere soggettivo dichiarato dagli intervistati.
 
Risultato: l’incertezza lavorativa deprime la natalità solo quando è basso il benessere soggettivo totale, che funziona quindi da variabile intermedia. “La dichiarazione del proprio livello di felicità complessiva rilevata dall’European Social Survey”, spiega Mencarini, “raccoglie la soddisfazione individuale in vari ambiti di vita. Studi psicologici attestano, però, il ruolo centrale che l’esperienza lavorativa gioca nel livello di soddisfazione individuale. L’incertezza in campo lavorativo si traduce perciò nell’insoddisfazione circa la propria condizione e quindi indirettamente nella tendenza a fare meno figli, specialmente rinviando ed evitando i secondogeniti”.
 
Oltre a introdurre nel dibattito teorico il ruolo della percezione soggettiva del benessere, lo studio compara la situazione pre e post recessione, mettendo a confronto i dati per genere. “In Europa il lavoro maschile è tradizionalmente più sicuro e più pagato di quello femminile. Quando esso viene a mancare, come spesso è accaduto a causa della crisi, vi è una flessione significativa delle intenzioni di fecondità. L’incertezza maschile è infatti accettata meno di quella femminile”.

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di Claudio Todesco
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