Distinguere il buono e il cattivo Accounting
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Distinguere il buono e il cattivo Accounting

STEPHEN PENMAN, DISTINGUISHED PROFESSOR ALLA BOCCONI, HA UNA MISSIONE CHE VA OLTRE L'INSEGNAMENTO DELLE COMPETENZE TECNICHE

Immaginate di crescere, da bambino, con il sogno di diventare un agricoltore e di finire per diventare il centounesimo membro della Accounting Hall of Fame. Queste poche parole potrebbero descrivere il percorso di vita di Stephen Penman. Tuttavia, vale la pena approfondire la sua sorprendente carriera.
 
Penman, entrato quest'anno nel Dipartimento di Accounting della Bocconi come distinguished professor, afferma con forza che nessuno cresce pensando di diventare un professore di Accounting. Di fatto, dopo il diploma di scuola superiore, ha trovato un lavoro come contabile. Tuttavia, Penman aveva una forte inclinazione genetica all'apprendimento - sua nonna è stata la prima donna a laurearsi all'Università di Sydney - e, incoraggiato dal suo capo, si è iscritto ai corsi serali di Accounting all'Università del Queensland.
 
Oltre a laurearsi con lode nel 1970, Penman ebbe una prima conferma che il mondo accademico era il suo posto: la sua ricerca di laurea fu pubblicata da The Accounting Review.
 
Solo un anno dopo, Penman riuscì a superare le selezioni per il PhD all'Università di Chicago, dove poté rafforzare la sua conoscenza della teoria di Accounting ed essere esposto alla Finanza sotto la guida illuminata di premi Nobel come Eugene Fama e Merton Miller.
 
Dopo questa esperienza, la Haas School of Business alla University of California, Berkeley è diventata la sua casa per 23 anni. Qui dice di essere stato mandato a lezione con la missione di insegnare cosa il buono e il cattivo Accounting invece di come fare la contabilità. In effetti, gli studenti della sua classe avevano già tutte le competenze tecniche necessarie, ma Penman voleva spingere il pubblico a pensare a metodologie contabili alternative e a individuare possibili aree di miglioramento. Infatti, Penman è fermamente convinto che l’Accounting sia come la progettazione di un prodotto e che un professore di Accounting abbia come missione primaria quella di affrontare la domanda “come faccio a progettare una buona contabilità?” – il che non è facile come sembra, dal momento che investitori diversi possono preferire diverse pratiche contabili che si allineano meglio ai loro obiettivi.
 
Nel corso della sua carriera Penman ha ampiamente contribuito alla conoscenza del settore pubblicando sia su riviste di Finance che di Accounting e oggi il suo profilo conta quasi ventunomila citazioni. Inoltre, i suoi due libri di testo sono riconosciuti dagli studiosi come pilastri della letteratura contabile.
 
Financial Statement Analysis and Security Valuation è il prodotto del suo insegnamento e della sua ricerca ed è considerato da molti come un punto di svolta nel modo in cui l'analisi di bilancio viene insegnata in classe. Accounting for Value fonde insieme finanza e accounting in un risultato rivoluzionario e innovativo. In particolare, Accounting for Value è pensato come uno strumento utile ai professionisti per sfidare la realtà dei prezzi di mercato. Come sottolinea Penman, il libro ha lo scopo di dare sicurezza e conforto agli operatori di mercato che vogliono capire cosa c'è sotto il prezzo di mercato per dare loro un vantaggio competitivo.
 
È interessante notare che se a Penman viene chiesto del futuro del mondo accademico dell’Accounting, egli risponde fermamente che c'è ancora molto da fare, ma ha notato che c'è sempre più ricerca istituzionale (sulla regolamentazione) - che non è una lamentela - mentre suggerirebbe ai giovani studiosi di tornare alla domanda originale: "Che cosa sono un buono e un cattivo Accounting?”. Affrontare questa domanda dovrebbe essere la loro missione principale come studiosi di Accounting.
 



Per saperne di più
 
Penman, S. H. (2010). Accounting for Value. Columbia University Press.
 
Penman, S. H. (2010). Financial Statement Analysis and Security Valuation. McGraw Hill/Irwin.
 
Penman, S. H. & Zhang, X. J. (2002). “Accounting Conservatism, the Quality of Earnings, and Stock Returns.” The Accounting Review77(2), 237–264. DOI: https://doi.org/10.2308/accr.2002.77.2.237.
 

di Giulia Sargiacomo
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