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Non informati, sanita' a porte chiuse

, di Claudio Todesco
Le disuguaglianze nell'accesso alle cure mediche in un paper di Carlo Devillanova

L'integrazione degli immigrati passa anche attraverso l'accesso al sistema sanitario. La rimozione di ostacoli di tipo economico rappresenta una strada maestra per ottenere il risultato, ma vi sono altre barriere all'ingresso che debbono essere affrontate. Lo spiegano Carlo Devillanova e Tommaso Frattini in Inequities in Immigrants' Access to Health Care Services: Disentangling Potential Barriers. Lo studio mette a confronto gli accessi a medici di base, specialisti, ospedali e posti di pronto soccorso di immigrati e italiani sulla base dei dati contenuti nell'indagine Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari. «Abbiamo identificato gli immigrati in base sia alla cittadinanza, sia al paese di nascita, portando così alla luce anche i percorsi sanitari degli immigrati di seconda generazione», spiega Devillanova.

Gli autori hanno verificato che, a parità di condizioni, gli immigrati hanno circa il 45 per cento di probabilità in meno di accedere a prestazioni specialistiche e il 45 per cento in più di usufruire di cure prestate nei punti di pronto soccorso. Anche gli immigrati di seconda generazione ricorrono meno degli italiani agli specialisti, ma hanno il 60 per cento di probabilità in più di farsi curare in ospedale. Non ricorrendo al medico di base, in entrambi i casi le patologie si aggravano fino a richiedere l'ospedalizzazione o l'intervento di pronto soccorso. La domanda è: perché accade? «L'ipotesi avvalorata dai dati è che gli immigrati incontrino barriere all'accesso non di tipo economico, ma legate alla mancanza di informazione, alla complessità dell'apparato burocratico, a problemi linguistici».

Quasi il 37 per cento delle donne immigrate, per esempio, non ha fatto una diagnosi prenatale poiché non informata sulla sua esistenza, contro il 12 per cento delle italiane. «L'articolo 32 della Costituzione descrive la salute come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività. Rimuovere le barriere all'accesso tempestivo alle cure sanitarie è auspicabile non solo eticamente, ma anche dal punto di vista dell'efficienza economica».

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