I benefici per il mercato dei regolari
SCIENZE POLITICHE |

I benefici per il mercato dei regolari

VANTAGGI E SVANTAGGI DELLA REGOLARIZZAZIONE DEI MIGRANTI IN UNO STUDIO DI ALESSANDRA CASARICO

Secondo i dati Eurostat, 650 mila persone hanno richiesto asilo nel corso del 2017 nei 28 stati membri dell’Unione europea. I migranti la cui richiesta di protezione internazionale viene respinta possono trasformarsi in irregolari, sommandosi ai cosiddetti migranti economici. Identificare i vantaggi e gli svantaggi che derivano dalla loro regolarizzazione è importante per determinare le politiche rilevanti in questo campo. È quel che hanno fatto Alessandra Casarico, Giovanni Facchini e Tommaso Frattini nello studio What Drives the Legalization of Immigrants? Evidence from IRCA, concentrandosi in particolare su un aspetto trascurato dalla letteratura: i benefici sul mercato del lavoro. «Quando ottengono lo status di lavoratori regolari, i migranti altamente qualificati hanno maggiori possibilità di trovare un impiego consono alle loro caratteristiche e questo va a beneficio anche del paese di destinazione», spiega Alessandra Casarico, professore associato di Scienza delle finanze e coordinatrice della Welfare state and taxation unit del Dondena research centre della Bocconi. «In un sistema ridistribuivo, i costi della regolarizzazione sono invece associati all’aumento della spesa per il welfare cui accedono lavoratori immigrati poco qualificati».

Gli autori hanno costruito un modello teorico basato su questi due canali e l’hanno testato su uno dei più importanti episodi di regolarizzazione della storia, il passaggio dell’Immigration Reform and Control Act negli Stati Uniti. Era il 1986 e grazie al voto del Congresso 2,8 milioni di individui ottennero il diritto alla residenza permanente nel paese. È emerso che i due canali individuati dal modello spiegano effettivamente il comportamento di voto. Nei distretti in cui il potenziale guadagno sul mercato del lavoro è maggiore e in cui il grado di ridistribuzione che si realizza è inferiore, è più probabile che il membro del Congresso voti a favori dell’Immigration act. «Nel modello si ipotizza che i politici agiscano per massimizzare il benessere del distretto che rappresentano. Future ricerche potrebbero prendere in considerazione altre forze che plasmano le politiche sull’immigrazione e la possibilità di interazioni strategiche fra i policy maker».

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di Claudio Todesco
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