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La relazione tra antiterrorismo e campagna elettorale

, di Claudio Todesco
Come si comportano i politici, di destra e di sinistra, alle prese con la minaccia terroristica? Lo spiega un paper di Livio Di Lonardo

La possibilità di vigilare sulle scelte dei rappresentanti, premiandoli o punendoli in occasione delle elezioni, è una delle caratteristiche più apprezzate della democrazia, ma può creare distorsioni e inefficienze sul fronte del contrasto al terrorismo. È un argomento che Livio Di Lonardo ha affrontato in The Partisan Politics of Counterterrorism: Reputations, Policy Transparency, and Electoral Outcomes (Political Science Research and Methods, 2017) e nel working paper con Tiberiu Dragu Issue Salience and Policy Congruence in Counterterrorism. Governanti di destra e di sinistra fanno i conti con la propria reputazione. I primi sono generalmente percepiti come più duri nel contrasto alla lotta armata, i secondi come più soft. «I politici sono incentivati ad apparire equilibrati e privi di bias. E perciò i governanti di sinistra, per convincere gli elettori di essere capaci di tener testa alla minaccia terroristica, finiscono per adottare provvedimenti più duri di quelli che avrebbero adottato i colleghi di destra». Di Lonardo ha preso in considerazione anche la competenza dei politici in materia di lotta al terrorismo.

«Certa letteratura normativa afferma che non vi sono motivi di preoccupazione quando, all'indomani di un attacco, il governo diventa l'attore principale e altri poteri indietreggiano per consentire una rapida azione di contrasto al terrorismo». Secondo questa idea, anche se i pesi e contrappesi istituzionali vengono meno durante periodi di emergenza, il ruolo informale di controllo e bilanciamento è assicurato dall'elettore che, in questo contesto, presta particolare attenzione alla performance del governo in materia sia di prevenzione del terrorismo, sia di limitazione delle libertà. «Dimostriamo invece che, a causa della volontà di essere rieletto, il politico vuole mostrarsi competente nella lotta al terrorismo e per farlo deve evitare nuovi attacchi. Per prevenire altri attentati, il politico tende ad attuare misure antiterrorismo più aggressive di quelle che sarebbero ottimali per gli elettori».

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