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Morning Knowledge /2. Disuguaglianza

, di Fabio Todesco
Analizzando la seconda parola della serie, Guido Alfani mostra che, in assenza di politiche fiscali redistributive, solo catastrofi e guerre riescono a fermare la crescita della disuguaglianza


Nell'Europa occidentale all'inizio del XIV secolo la quota di ricchezza materiale posseduta dal 10% più ricco della popolazione era pari a quella di oggi, secondo uno studio di Guido Alfani.

Il mondo medievale, però, stava per diventare più egualitario. Negli anni 1347-52, la Morte Nera spazzò via metà della popolazione europea e determinò una più equa distribuzione della ricchezza. In pochi anni, il 10% più ricco perse il controllo sul 15-20% della ricchezza complessiva, a vantaggio di tutti gli altri settori della società.

In generale, se guardiamo agli ultimi sette secoli, sembra che, in assenza di politiche redistributive, solo le peggiori catastrofi siano state in grado di causare un livellamento duraturo della distribuzione della ricchezza. La storia europea non offre molto sostegno all'idea che un giorno le disuguaglianze economiche diminuiranno da sole. Ma c'è anche motivo di pensare che l'azione umana possa influenzare queste dinamiche, come accadde dopo la seconda guerra mondiale, quando la redistribuzione fiscale e lo sviluppo dello stato sociale contribuirono a creare una società più egualitaria.

«La storia non ci dice se una società meno disuguale sia da preferire. In effetti, questo è l'oggetto di un intenso dibattito politico. Ciò che la storia ci insegna è che se vogliamo una società meno disuguale, dobbiamo darci da fare per realizzarla. Altrimenti, la disuguaglianza sembra destinata a crescere incessantemente», conclude Alfani.

E ora? Che cosa potremmo fare per raggiungere una maggiore uguaglianza?

Is Inequality Unstoppable?

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