Contatti
Ricerca Scienze Politiche

Morning Knowledge /10. Mafia

, di Fabio Todesco
Giulia Cappellaro e Amelia Compagni fanno luce sulle strategie utilizzate dalla mafia per sfuggire al pubblico scrutinio, mettendoci in guardia su come riconoscere tali strategie


Nel 2016 il procuratore nazionale antimafia ha affermato che, nel comprendere la Mafia, «siamo tornati a uno stato di confusione paralizzante». È un cerchio che si chiude dopo 55 anni di guerra tra Cosa Nostra (la Mafia siciliana) e lo Stato, in cui entrambi gli attori hanno messo in atto strategie discorsive e non discorsive, la prima per mantenere la segretezza, il secondo per dissipare l'ambiguità.

Giulia Cappellaro e Amelia Compagni della Bocconi, insieme a Eero Vaara di Oxford, studiano il caso estremo di Cosa Nostra per capire come l'ambiguità possa essere strategicamente impiegata dalle organizzazioni nei confronti degli stakeholder rilevanti. L'ambiguità è sempre stata considerata problematica per le organizzazioni perché porta all'immobilità e a un debole posizionamento sul mercato, ma evidenze recenti mostrano che i manager e le organizzazioni possono anche trarre beneficio dal mantenere l'ambiguità sia a finalità strategiche, sia per proteggersi da valutazioni esterne negative e dal pubblico scrutinio.

Gli studiosi argomentano che non appena il pubblico costruisce un'interpretazione plausibile dell'organizzazione, questa passa a un diverso tipo di ambiguità e il gioco ricomincia da capo, ma con difficoltà crescenti da parte del pubblico.

How the Mafia Dodges Public Scrutiny

Guarda il video