Perche' il morbillo e' una minaccia per tre milioni di italiani
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Perche' il morbillo e' una minaccia per tre milioni di italiani

MENTRE IL 74% DEI CASI RIGUARDA GIA' INDIVIDUI SOPRA I 14 ANNI DI ETA', UNA COPERTURA VACCINALE PRECIPITATA ALL'85% SIGNIFICA CHE, NEI PROSSIMI ANNI, SI AMMALERANNO UNA MOLTITUDINE DI ADULTI, ANCHE SE I BAMBINI SARANNO VACCINATI. LO AFFERMA UNO STUDIO DI UNIVERSITA' BOCCONI E FONDAZIONE BRUNO KESSLER

Le vaccinazioni in età prescolare e scolare non saranno sufficienti ad assicurare nei prossimi anni la piena protezione sanitaria della popolazione italiana contro il morbillo. La copertura vaccinale sub-ottimale ha provocato un buco di protezione nelle fasce centrali della popolazione. Il 56% dei casi di morbillo registrati nel nostro paese dall’inizio del 2017 riguarda individui nella fascia d’età compresa fra i 15 e i 39 anni, un altro 18% interessa soggetti fra i 40 e i 64 anni. In futuro, l’evoluzione demografica del paese renderà il fenomeno ancora più evidente: il morbillo colpirà una popolazione sempre più adulta.
 
È uno dei risultati contenuti in Measles Immunity Gaps and the Progress Towards Elimination: a Multi-Country Modelling Analysis, un articolo di Filippo Trentini, Piero Poletti, Stefano Merler e Alessia Melegaro, ricercatori dell’Università Bocconi e della Fondazione Bruno Kessler di Trento. Nato in seno al progetto di ricerca DECIDE, finanziato dallo European Research Council e ospitato dal Centro Dondena, lo studio, pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica The Lancet Infectious Diseases (doi: 10.1016/S1473-3099(17)30421-8), propone l’analisi modellistica come alternativa ai costosi esami sierologici utilizzati per misurare il rischio di infezione in una popolazione. Per descrivere i trend epidemiologici del morbillo, gli autori hanno costruito un modello che tiene conto di politiche vaccinali e di aspetti demografici e socio-economici in nove paesi, che nel complesso presentano un’ampia varietà di caratteri: Australia, Etiopia, Kenya, Irlanda, Italia, Corea del Sud, Singapore, Regno Unito, Stati Uniti.
 
Lo studio contiene alcuni dati impressionanti. A partire dai primi anni ’80, il vaccino contro il morbillo ha risparmiato all’Italia circa un milione di anni di vita persi a causa della malattia, per disabilità o morte prematura. Tuttavia, l’effetto congiunto di un’immunizzazione subottimale e dell’invecchiamento della popolazione mette a serio rischio l’obiettivo dell’eliminazione del morbillo in Italia. “I risultati delle politiche vaccinali persistono maggiormente in una popolazione anziana”, spiega Alessia Melegaro, principal investigator del progetto di ricerca DECIDE. “Per evitare il morbillo serve una copertura vaccinale del 95%, in Italia è circa all’85%. Le basse coperture vaccinali ottenute in passato e l’assenza di strategie per coprire le fasce d’età adulte finiranno per pesare particolarmente nel nostro paese, dove già oggi l’età media di chi si ammala di morbillo, circa 25 anni, è doppia rispetto a quella del Regno Unito”.
 
Fra le altre cose, lo studio smentisce l’ipotesi secondo la quale il morbillo sarebbe in via di scomparsa spontanea, una tesi nata dall’osservazione del calo della circolazione della malattia nel periodo che ha preceduto l’introduzione del vaccino. La decrescita osservata in epoca pre-vaccinale è invece dovuta al calo della natalità della popolazione: con la decrescita delle nascite diminuisce il serbatoio di soggetti suscettibili e con esso la trasmissibilità della malattia. “Bene tutti gli sforzi che vanno nella direzione di aumentare le coperture vaccinali nei bambini”, conclude Filippo Trentini, primo autore dell’articolo. “Tuttavia, secondo le nostre stime, ci sono oggi in Italia circa 3 milioni di persone tra i 15 e i 40 anni non protette contro il morbillo, sufficienti quindi a provocare nuove epidemie, simili a quella che ha colpito il nostro paese negli ultimi mesi”.

di Claudio Todesco
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