I numeri dell'aggressivita' del coronavirus in Lombardia

I numeri dell'aggressivita' del coronavirus in Lombardia

UNO STUDIO DELLA REGIONE, A CUI HA PARTECIPATO ALESSIA MELEGARO, GETTA LE BASI PER UN'ACCURATA MODELLAZIONE DELLA DIFFUSIONE DEL COVID19

Uno studio della Regione Lombardia, al quale ha partecipato Alessia Melegaro, professoressa del Centro Dondena della Bocconi, ha fornito la prima descrizione della fase iniziale del contagio di COVID-19 in Lombardia e ha reso disponibili i parametri epidemiologici fondamentali del virus, grazie ai quali sono stati sviluppati modelli matematici  per studiare le dinamiche di diffusione dell’infezione e della malattia COVID-19 e per informare le strategie di contenimento.
 
In The early phase of the COVID-19 outbreak in Lombardy, Italy (https://arxiv.org/abs/2003.09320), Melegaro e co-autori analizzano la diffusione dell’infezione fino all’8 marzo, considerando i primi 5.830 casi conclamati.
 
Gli autori evidenziano che nel 47% dei casi sintomatici si è reso necessario il ricovero in ospedale e che per il 18% dei ricoverati è stata necessaria la terapia intensiva. L’infezione sembra essere più presente nella popolazione maschile (62% dei casi positivi) e l’età mediana di questi primi casi è risultata essere di 69 anni.
 
La curva epidemica riportata nel lavoro dimostra che l’arrivo del virus in Lombardia risale alle settimane che precedono l’individuazione del primo caso, avvenuta il 20 febbraio 2020 a Codogno.
 
«I dati evidenziano la forte aggressività dell’infezione, con un numero di casi secondari generati da un singolo caso positivo (Basic Reproductive Number: R0) che ha sfiorato il livello di 4 per la regione Lombardia, ben superiore al valore soglia di 1, al di sotto del quale l’epidemia andrebbe a scomparire.  Questo significa che, prima dei provvedimenti, una persona infetta era in grado di contagiarne tra le tre e le quattro». Il numero di casi secondari ha cominciato a ridursi con l’aumento della consapevolezza dei cittadini e in corrispondenza delle misure più restrittive, tanto che il calo più significativo e più rapido si è registrato nella zona rossa di Codogno dove già dal 21 febbraio le interazioni sociali subivano un drastico rallentamento. Valori simili vengono riportati anche per i cluster di Bergamo e Cremona.
 
Nelle prime due settimane dall’introduzione del virus, i casi andavano raddoppiando ogni 3,1-3,5 giorni, a seconda della zona, con un numero di riproduzione dal 2,3 al 3,1. Questo è andato aumentando nelle due settimane successive, prima di cominciare a calare nell’ultima decade di febbraio, pur rimanendo al di sopra del valore di 1.
 
Studiando nel dettaglio le catene di trasmissione, lo studio ha anche potuto stabilire che il numero medio di giorni tra l’insorgere dei sintomi in un caso positivo e in un suo contatto stretto (intervallo seriale) è di 6,6 giorni e solo nel 5% dei casi supera i 16 giorni (nota: il parametro non corrisponde al periodo di incubazione, che è più breve).
 
L ’analisi evidenzia infine un aspetto importante sulla carica virale dei positivi, ovvero che tale carica  risulta essere simile tra i casi sintomatici e quelli asintomatici, suggerendo così un simile potenziale di contagio.
 
La rilevazione prosegue e i tempi di pubblicazione dei risultati sono chiaramente condizionati dall’inevitabile ritardo che intercorre tra l’insorgenza dei sintomi,  l’ottenimento dei risultati del test e la registrazione del caso nel database (rispettivamente di 7,3 e 3.6 giorni). Con il progredire dell’epidemia questi intervalli si stanno riducendo, dando un segnale positivo per il contenimento dell’epidemia in terra lombarda. Lo studio è stato reso possibile dall’abnegazione di chi ha raccolto i dati sul campo in condizioni di emergenza e di pericolo, investigando il momento dell’insorgere dei sintomi, conducendo le investigazioni epidemiologiche e tracciando le connessioni esistenti nella catena dei contagi. Gli autori ringraziano, perciò, gli operatori degli ospedali lombardi e i membri della Task Force Coronavirus della Regione Lombardia.

di Fabio Todesco
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