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Quattro rischi per le banche europee nel 2023

, di Andrea Costa
Andrea Resti descrive le circostanze che potrebbero compromettere la sostenibilita' del settore bancario nell'area dell'euro nel prossimo futuro

La minaccia più estrema che le banche europee potrebbero affrontare nell'attuale contesto geopolitico ed economico è rappresentata dal crescente rischio di conflitti armati in aree come il Kosovo, Taiwan o la Corea, in quanto la guerra in Ucraina rappresenta una "distrazione" che altre potenze potrebbero cercare di sfruttare. È questa una delle conclusioni a cui giunge Andrea Resti del Dipartimento di Finanza e membro di un panel di consulenti indipendenti del Committee on Economic and Monetary Affairs del Parlamento europeo in un approfondimento appena pubblicato. Inoltre, c'è il timore che le banche dell'UE non stiano valutando appieno le sfide derivanti dal deterioramento del contesto macroeconomico.

L'analisi di Resti descrive altri tre fattori che rendono il settore bancario europeo più vulnerabile. Il primo è un rischio di credito più elevato, derivante dall'aumento dei tassi di interesse che rendono meno sostenibile il debito delle imprese, dall'aumento dei prezzi dell'energia e dei prodotti alimentari che mettono sotto pressione i margini delle imprese, dalla diminuzione del reddito disponibile che porta a un calo della domanda da parte dei consumatori. Questo rischio diventerà più forte una volta che l'effetto a breve termine di un forte aumento dei tassi d'inflazione sui prestiti nominali si sarà attenuato.

In secondo luogo, negli ultimi anni le banche hanno acquistato un'enorme quantità di titoli di Stato emessi ai bassissimi tassi di interesse disponibili fino a poco tempo fa. Con l'aumento dei tassi d'interesse, queste obbligazioni valgono ora molto meno, deteriorando la base patrimoniale di molte banche. Il problema è particolarmente grave per le obbligazioni emesse da Paesi fortemente indebitati come l'Italia, in quanto l'aumento dei tassi di interesse rende più costoso il servizio del debito e aumenta il premio di rischio richiesto dagli investitori.

Un'altra minaccia proviene dalla decisione della Banca Centrale Europea di mettere una stretta alla liquidità dopo che il lungo periodo di inflazione molto bassa è di fatto terminato. Gli indicatori mostrano che le banche non vedono alternative convenienti al finanziamento da parte della BCE, con una pressione potenzialmente elevata sui margini netti di alcune banche a causa dell'aumento del costo della liquidità.

"Banche e autorità di vigilanza sembrano non essere d'accordo sulla gravità dei pericoli che incombono," spiega Resti. "Le banche ritengono che la crescita riprenderà nel 2023 e che le agenzie di supervisione abbiano una visione troppo pessimistica della situazione generale. Ma se le autorità di vigilanza hanno ragione nel ritenere che gli istituti di credito dell'area dell'euro siano vulnerabili agli effetti di secondo impatto, la riluttanza degli istituti di credito a condividere pienamente tali preoccupazioni potrebbe compromettere la loro capacità di prepararsi e reagire a un contesto sfavorevole."