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Come ottenere valore dalla tua posizione nella rete aziendale

, di Fabio Todesco
Gli individui che sfruttano attivamente le opportunita' offerte dalle asimmetrie informative hanno performance migliori di quelli che preferiscono favorire lo scambio di informazioni, secondo una nuova ricerca di Soda, Tortoriello e Iorio

Nella teoria delle reti, gli individui posizionati tra persone non connesse tra di loro sono definiti broker e ci si aspetta che traggano vantaggio da questa posizione attraverso un "orientamento di arbitraggio", che sfrutta attivamente le opportunità offerte dalle asimmetrie informative. Nel caso degli agenti immobiliari, per esempio, sfruttare tali opportunità è l'essenza del loro ruolo.

In un sistema organizzativo come l'impresa, però, si osserva che persone diverse ottengono rendimenti disuguali dalla stessa posizione e un nuovo studio mostra che la maggior parte delle persone preferisce adottare un "orientamento collaborativo", che collega gli individui disconnessi in modo da favorire la condivisione delle informazioni, piuttosto che un orientamento di arbitraggio. I broker che scelgono l'arbitraggio, tuttavia, ottengono una performance migliore.

"I vantaggi non sono il risultato automatico della posizione di un individuo in una rete, ma derivano anche da un insieme di comportamenti volti a cogliere le opportunità strutturali", commenta Giuseppe Soda, il primo autore dello studio, professore di Teoria Organizzativa all'Università Bocconi di Milano.



Con una survey che ha coinvolto quasi 400 dipendenti della funzione risorse umane di una grande azienda di prodotti di consumo, sparsi in cinque continenti, gli studiosi hanno raccolto dati sulla posizione degli individui nella rete aziendale e catturato il loro orientamento strategico attraverso una scala visiva basata su scenari, che li invitava a scegliere tra arbitraggio e comportamento collaborativo in una stessa situazione. Infine, hanno confrontato i dati con le valutazioni delle performance dei dipendenti.

La collaborazione è stata indicata come orientamento strategico privilegiato dall' 85% dei dipendenti, con l'arbitraggio all'11,5% (il 3,5% ha optato per un orientamento intermedio). Coloro che hanno scelto una strategia di arbitraggio hanno mostrato il 14% in più di probabilità di ottenere risultati superiori alla media. Un orientamento collaborativo, invece, riduceva del 16% la probabilità di avere una performance superiore alla media. I risultati suggeriscono che la coerenza tra la posizione in una rete e il comportamento (cioè lo sfruttamento della posizione di broker attraverso un orientamento di arbitraggio) produce vantaggi personali, mentre i broker collaborativi sembrano socializzare i vantaggi della loro posizione e la loro performance personale ne soffre.

"Per porla in un altro modo", dice il co-autore Marco Tortoriello, professore di Strategia presso l'Università Bocconi di Milano, "uno dei motivi per cui i broker hanno prestazioni più elevate è che sono spesso fonte di nuove idee: chi sceglie l'arbitraggio conserva la proprietà di tali idee, mentre il broker collaborativo diluisce il proprio contributo e può finire per perdere la proprietà delle idee. Un approccio più imprenditoriale alla vita aziendale sembra pagare". Il terzo autore dello studio, Alessandro Iorio, è affiliato alla Carnegie Mellon University.

Giuseppe Soda, Marco Tortoriello, Alessandro Iorio, Harvesting Value from Brokerage: Individual Strategic Orientation, Structural Holes, and Performance, in Academy of Management Journal, published online before print, amj.2016.0123.

Harvesting Value from Brokerage

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