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Il futuro dell'energia e' Green

, di Davide Ripamonti
E' nato in Bocconi un nuovo centro di ricerca che unira' le competenze di Certet e Iefe. A dirigerlo e' stato chiamato Marco Percoco

Un nuovo centro di ricerca è da poche settimane attivo in Bocconi. Si tratta del Green (Center for Georgraphy, Resources, Environment, Energy and Networks), che riunisce, ampliandoli, competenze e ambiti di ricerca di Certet (Centro di economia regionale, dei trasporti e del turismo) e Iefe (Istituto di economia e politica dell'energia e dell'ambiente). "Il Green", spiega il direttore Marco Percoco (presidente è Michele Polo), "rispetto ai due centri di ricerca precedenti avrà un focus maggiormente centrato sulla geopolitica, introducendo anche un attore nuovo dal quale non si può prescindere, e cioè la geografia. Tutto, infatti, dal cambiamento climatico alla politica energetica, a quella dei trasporti, che sono gli ambiti principali in cui hanno operato i due centri di ricerca precedenti e nei quali continuerà a operare il Green, ha come trait d'union proprio la geografia".

Il neonato centro di ricerca continuerà le attività di Certet e Iefe anche con gli enti locali, ma cercando di proporsi sempre di più come massa critica. "Non più ricercatori isolati, quindi, ma veri e propri gruppi di lavoro per essere sempre più credibili verso l'Europa", riprende il direttore. Il Green ha in cantiere nuovi progetti ed eventi. Per quanto riguarda questi ultimi, il primo importante appuntamento sarà proprio in Bocconi, dal 10 al 12 dicembre, con il terzo Aiee Energy Symposium, organizzato dall'Associazione italiana economisti dell'energia.

Ma è sulle attività di ricerca, e in particolare su tre filoni che vorrebbe esplorare, che Percoco si sofferma: "Il primo sarà l'impatto socio economico della desertificazione, l'interazione tra geofisica dei suoli ed economia; il secondo invece il rapporto tra grandi reti di trasporto e cambiamento climatico, in particolare l'impatto inquinante delle rotte di aerei e navi; terzo, una riflessione sulle disparità di sviluppo regionali all'interno dell'Ue e come questo rappresenti una minaccia per l'unità dell'Europa".