Il distanziamento sociale fa bene anche all'ambiente
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Il distanziamento sociale fa bene anche all'ambiente

A MILANO, SECONDO UNO STUDIO DEL GREEN BOCCONI, LE MISURE RESTRITTIVE SONO RESPONSABILI DI UNA RIDUZIONE VICINA AL 10% DI PM10, PM2,5 E BIOSSIDO D'AZOTO E STANNO SALVANDO VITE UMANE ANCHE INDIRETTAMENTE, ALLEVIANDO LA GRAVITA' DELLE COMPLICANZE POLMONARI DEL COVID19

Un effetto collaterale positivo dell’introduzione delle misure di distanziamento sociale per combattere la diffusione del Covid19 è la diminuzione della concentrazione degli inquinanti. Il fenomeno, già osservato alcune settimane fa in Cina si sta ripetendo in questi giorni in Italia.
 
Uno studio di Maurizio Malpede, Marco Percoco e Valentina Bosetti del centro GREEN dell’Università Bocconi rileva, in particolare, una diminuzione dei particolati PM2,5 e PM10 e del biossido d’azoto, nelle settimane successive al contagio, nelle aree metropolitane di Wuhan e di Milano.
 
I ricercatori non si limitano a una fotografia pre e post provvedimenti, come fanno le fotografie satellitari che abbiamo visto in questi giorni. Al contrario, i loro dati utilizzano le rilevazioni giornaliere di decine di centraline e tengono conto delle condizioni climatiche e atmosferiche. Gli autori possono così calcolare non solo la variazione nella concentrazione degli inquinanti, ma anche la porzione di tale riduzione dovuta al Covid19.
 
Ne derivano riduzioni molto significative, ma inferiori a quelle suggerite dalle fotografie satellitari. A Milano (dove le condizioni climatiche favorevoli di questi giorni avrebbero ripulito l’aria anche in assenza di restrizioni) solo una quota compresa tra un sesto e un terzo della riduzione totale, a seconda del tipo di inquinante, può essere attribuita all’effetto Covid19. A Wuhan, invece, il Covid19 ha una maggiore incidenza, ed è responsabile di circa la metà della riduzione totale.
 
A Milano si deve, allora al Covid19 una riduzione del 9,4% del PM10, del 6,79% del PM2,5 e dell’8,68% del biossido di azoto.
 
A Wuhan le percentuali sono del 9,05% per il PM10, dell’11,78% per il PM2,5 e del 21,55% per il biossido d’azoto.
 
Nell’area di Pechino, interessata a misure restrittive molto più blande, le riduzioni, a seconda dell’inquinante, variano dallo 0,10% allo 0,22%.
 
«Poiché l’inquinamento rende più pericolose le malattie respiratorie come il Covid19 e ha effetti negativi di lungo periodo sugli organismi», afferma Marco Percoco, direttore del GREEN, «la diminuzione degli inquinanti sta probabilmente salvando molte vite e migliora le prospettive dei bambini, coinvolti solo marginalmente dal contagio».
 
In Cina, con l’allentamento delle misure di distanziamento, i valori delle concentrazioni stanno tornando ai loro livelli pre-Covid19. «Da noi», dice ancora Percoco, «se osserveremo che con lo smartworking la produttività regge e in presenza dei vantaggi ambientali, potrebbe invece essere l’occasione per ripensare le modalità di lavoro».

La rilevazione ha evidenziato anche cambiamenti inattesi, e per ora non spiegabili, nella concentrazione di altri inquinanti. Il monossido di carbonio aumenta sia in Cina, sia in Italia, mentre l’ozono diminuisce in Cina, ma non in Italia.
 

di Fabio Todesco
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