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Perche' ai leader della sostenibilita' serve un Ocean Disclosure Index

, di Fabio Todesco
Un'azienda su quattro e' consapevole della propria pressione sugli oceani ed e' attiva nella sua mitigazione, ma esiste uno standard di reporting focalizzato sugli oceani. La SDA Bocconi ha partecipato allo studio della One Ocean Foundation presentato ieri alla Giornata Mondiale degli Oceani delle Nazioni Unite

Il bicchiere è da considerarsi mezzo pieno. Il rapporto Business for Ocean Sustainability presentato ieri dalla One Ocean Foundation alla Giornata Mondiale degli Oceani delle Nazioni Unite mostra che il 51% delle aziende mondiali è consapevole, anche se in misura diversa, delle potenziali pressioni delle proprie attività sull'oceano, e il 44% di esse svolge azioni di mitigazione.

I problemi più riconosciuti sono i rifiuti marini (per lo più plastica), la biodiversità e i contaminanti. La consapevolezza delle pressioni generate da questioni meno pubblicizzate, come lo sfruttamento eccessivo delle risorse marine, l'eutrofizzazione, l'integrità del fondo marino e l'introduzione di energia nell'ambiente marino (cioè rumore, calore, vibrazioni, luce) è ancora limitata.

Lo studio si basa su un ampio campione di 1.664 società, che rappresentano il 50% della capitalizzazione di mercato mondiale e sono distribuite in 16 settori industriali, sia oceanici che non oceanici. Il rapporto è stato redatto da un team del Sustainability Lab della SDA Bocconi School of Management comprendente Stefano Pogutz (direttore del Comitato Scientifico della One Ocean Foundation), Francesco Perrini, Aristea Saputo, Manlio De Silvio e Virginia Allevi, in collaborazione con McKinsey&Company e CSIC (il consiglio nazionale della ricerca spagnolo).

"Secondo la nostra analisi, il 26% delle aziende è contemporaneamente consapevole e attivo", afferma Pogutz. "Chiamiamo queste aziende leader della sostenibilità, e le possiamo trovare in ogni settore, sia oceanico che non oceanico".

I leader della sostenibilità rivelano un atteggiamento migliore verso l'innovazione di prodotto, l'innovazione di processo e la collaborazione e l'impegno con gli stakeholder per la protezione degli oceani. Hanno raggiunto una maggiore maturità rispetto ad altre imprese nel loro percorso di sostenibilità ESG (environmental, social and governance), sviluppano soluzioni più avanzate per la gestione della supply chain e adottano iniziative di reporting trasparenti.

Tra i leader della sostenibilità, il 91% riporta le proprie iniziative di sostenibilità attarverso il GRI (Global Reporting Initiative), lo standard di reporting di sostenibilità più diffuso. In ogni caso, ad oggi, non esiste una specifica iniziativa di rendicontazione focalizzata sulle tematiche legate all'oceano e le aziende che vogliono farlo sono costrette ad elaborare e adottare obiettivi o indicatori autodefiniti. Il rapporto, quindi, sostiene una nuova iniziativa volta a promuovere la divulgazione di dati e informazioni relative alle pressioni del business sugli ecosistemi marini e costieri, al fine di introdurre un Ocean Disclosure Index, basato sul comportamento virtuoso delle aziende nella gestione e nel reporting delle loro pratiche sulla sostenibilità degli oceani.

"Proprio come nel caso del cambiamento climatico e dell'economia circolare, la divulgazione di informazioni standardizzate relative agli oceani sarà vantaggiosa per le imprese, gli investitori, i responsabili politici e gli altri stakeholder", conclude Pogutz.